Una poltrona per tre: Confindustria spaccata

Carlo Bonomi, Licia Mattioli e Giovanni Pasini si candidano per conquistare la presidenza

Una poltrona per tre: Confindustria spaccata

Per la presidenza di Confindustria sarà una corsa a tre. Il verdetto dei tre «saggi», Andrea Tomat, Andrea Bolla, e Maria Carmela Colaiacovo, arriverà oggi. Ma già da ieri sera sono filtrate le indiscrezioni: ad autocandidarsi sono stati Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda, Licia Mattioli, vicepresidente nazionale con delega all'internazionale e Giuseppe Pasini, presidente dell'Associazione Industriale Bresciana.

Il complicato meccanismo previsto dallo statuto per arrivare alla designazione, che avverrà il 26 marzo con il voto dei 179 membri del consiglio generale, si è messo in moto e da oggi i saggi cominceranno il loro lavoro. Prima di tutto verificando che i tre candidati siano in possesso dei requisiti richiesti. Soprattutto per quanto riguarda il consenso fin qui raccolto: l'autocandidatura deve avere almeno 18 «sponsor», ossia le firme di almeno il 10% dei membri del consiglio generale. Secondo indiscrezioni, Bonomi ne avrebbe portate 53, Pasini 28 e Mattioli più di 20.

Dopodiché i candidati potranno rendere noto il proprio programma. E i saggi inizieranno il loro giro di consultazioni lungo lo stivale Confindustriale; aprendo le porte per un'intera giornata a chi, tra presidenti di associazioni territoriali, settoriali e aventi altri ruoli di rappresentanza nel sistema associativo, si vorrà recare a esprimere il proprio sostegno a questo o a quel candidato. I saggi saranno il 19 febbraio a Roma, il 21 a Bologna, il 27-28 a Milano, il 4 marzo a Torino, il 5 a Napoli, il 9 di nuovo a Milano. In base ai colloqui sarà più chiaro il quadro delle preferenze, non solo in consiglio, ma anche a livello di assemblea generale, l'organo (che conta circa 880 membri) chiamato a esprimersi sul candidato designato dal consiglio.

Insomma, il percorso è complesso. Ma quello che conta, nelle prossime settimane, è capire come si distribuirà il consenso dei tre candidati sulla base dei programmi. Solo da quelli si potrà capire che cosa realmente differenzia l'uno dall'altro. E sperare che la contesa per la guida dell'associazione industriale della terza economia europea (ma seconda solo alla Germania come manifattura) esca dalle piccole lotte di potere per assumere una valore più alto.

Se si è arrivati fin qui, infatti, è perché il presidente della prima associazione italiana, Bonomi, il candidato più naturale alla successione Vincenzo Boccia, è vissuto come un pericolo di troppa discontinuità dall'attuale dirigenza di Viale dell'Astronomia, che ha in Mattioli la sua candidata; ed è mal

digerito anche da quella bella fetta di industriali del nord che non vogliono riconoscere ad Assolombarda alcuna primazia, e che puntato su Pasini. Speriamo che i programmi colmino di contenuti questa battaglia di potere.

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