Prada cresce e apre a nuovi azionisti

Ricavi 2014 +9% e in tre anni 120 nuovi negozi. La quota di famiglia (80%) potrebbe ridursi. L'euro pesa sull'utile

Prada cresce e apre a nuovi azionisti

Prada mette in cascina fatturati per oltre 3,5 miliardi di euro e prepara un triennio di crescita tutta per linee interne, con la moda maschile in primo piano. Anche la redditività operativa è fra le più alte del settore lusso: l'Ebitda del gruppo italiano, quotato a Hong Kong, aumenta dell'8,6% a 1.143 milioni, con un incidenza sui ricavi pari al 31,9%, mentre l'Ebit (utile operativo) aumenta del 5,6% a 939 milioni, nonostante l'importante piano d'investimenti degli ultimi anni abbia avuto un riflesso nei maggiori ammortamenti. A fronte di ricavi netti consolidati in crescita del 9%, a quota 3.587 milioni, resta fermo l'utile, penalizzato dal rafforzamento dell'euro: il profitto si attesta così a 628 milioni (+0,3%), anche a causa del maggior carico fiscale. Agli azionisti andrà comunque una cedola più ricca: 11 centesimi contro i nove dell'anno precedente.

La previsione per il 2014 è che si confermi una crescita del 9% dei ricavi, mentre nel 2015 e 2016 il gruppo punta a un aumento intorno all'11%. «Abbiamo fiducia che il settore del lusso continuerà a crescere - dichiara l'ad Patrizio Bertelli - e che noi sapremo interpretare e spesso anticipare i trend di mercato, facendo leva sulla nostra creatività e capacità innovativa».

E proprio nei mercati emergenti sono sempre più gli uomini a fare acquisti nelle boutique del made in Italy, e non solo per comprare un regalo alla compagna: ecco perchè dei 120 nuovi negozi che Prada aprirà in tutto il mondo nei prossimi tre anni, 50 saranno dedicati esclusivamente all'uomo. Il marchio storico è quello che ha dato i risultati migliori: +11,1%, grazie soprattutto al canale retail (+19,6% a cambi costanti). Ma sta assumendo un ruolo importante Church's, «campione del made in England», come l'ha definito Bertelli, grazie anche all'acquisizione di un nuovo e più grande stabilimento vicino all'attuale. Cresceranno anche i negozi della linea giovane Miu Miu, che lancerà il primo profumo, e sarà sviluppata Car Shoe, finora «sottosviluppata per mancanza di tempo da parte nostra», ha ammesso l'ad.

Archiviato definitivamente il contenzioso fiscale, dopo aver riportato in Italia il controllo del gruppo, Bertelli si concede una battuta scherzosa a proposito dell'ultimo acquisto, la storica pasticceria milanese Marchesi: «Auspicabilmente il panettone resterà buono come adesso, ci limiteremo ad aumentare le vendite». Di fatto, ci saranno nuove aperture, in via Montenapoleone e nel quartier generale del gruppo, in Galleria Vittorio Emanuele: ma anche all'estero, in Giappone e a Dubai, dove panettoni e pandori sono sempre più apprezzati.

Infine, rispondendo a un analista, l'ad apre alla possibilità di una riduzione della

quota di controllo del gruppo, saldamente detenuto dalla famiglia (Bertelli e Miuccia Prada, stilista nonchè co-amministratore delegato): «Abbiamo l'80%, potremmo in futuro vendere magari un 5%, ma nulla è deciso per ora».

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