Il governo ha deciso di investire sulla rivoluzione digitale, «l'abc del nuovo alfabeto economico» del Paese, come l'ha definita il premier Matteo Renzi. Le cifre le ha fornite il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, al termine della riunione a palazzo Chigi: «Il piano per la banda ultralarga e la digitalizzazione del Paese ammonta a 6 miliardi pubblici che, se avranno un effetto moltiplicatore, consentiranno all'Italia di superare gli obiettivi europei». Il piano elaborato dal consiglio dei ministri rappresenta un «tentativo di unire una serie di competenze e risorse in un quadro strategico per fare la rivoluzione digitale che l'Europa ci chiede, col 100% dei cittadini connessi a 30 megabit al 2020», ha aggiunto Delrio. E c'è anche «una buona notizia per il Meridione: il Mezzogiorno ha tutte le potenzialità e le risorse per raggiungere prima dell'altra parte dell'Italia gli obiettivi l'Europa ci indica».
Un punto chiave della strategia è la scelta tecnologica rispetto agli standard con cui arrivare alla velocità di connessione indicata: «Abbiamo deciso di lasciare al mercato e agli operatori» la libertà di adottare «la tecnologia più efficace», ha affermato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi al termine del Cdm. «Vogliamo dotarci delle autostrade del futuro, colmando il gap che abbiamo rispetto agli altri Paesi europei. Vogliamo raggiungere come minimo gli obiettivi» comunitari, ha sottolineato il ministro.E nella migliore delle ipotesi arrivare «alla copertura con 100 megabit al secondo» di oltre il 50% del territorio nazionale e anche fino all'85 percento. Nel Piano il Paese verrà diviso «con una suddivisione per lotti - ha spiegato Guidi -: quattro cluster che saranno sottoposti a strumenti di agevolazione e partenariato pubblico privato per intercettare esigenze di quella zona specifica del Paese». Palazzo Chigi precisa però in un comunicato che «le sole risorse pubbliche non saranno sufficienti per sviluppare una rete estesa di nuova generazione» e propone un mix di investimenti pubblici e privati. «Vogliamo partecipare attraverso aumenti di capitale con una quota rilevante nel veicolo che sarà individuato, in una partnership pubblico privato, in cui nessun operatore dovrà avere la maggioranza e con la presenza di un soggetto terzo, come Cdp in ruolo di garanzia» dice l'ad di Vodafone Italia Aldo Bisio. L'Italia è ancora «lumaca» sulla banda larga. Il Belpaese resta uno dei meno digitali d'Europa, ma anche a livello mondiale non se la passa benissimo. L'ultima doccia fredda sulla rete ad alta velocità italiana è arrivata poche settimane fa dal britannico Independent che ha elaborato dati Ookla (azienda che testa la velocità di connessione).
I test più recenti dicono che in Italia la velocità media di connessione è di 9,18 Mbps (megabit per secondo, l'unità di misura della velocità di trasmissione su rete informatica, ndr), che ci colloca al 94esimo su 198 Paesi osservati .- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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