Saranno i cavi «made in Italy» di Prysmian a collegare le reti elettriche di Norvegia e Gran Bretagna, un'interconnessione sottomarina del valore di 550 milioni. Il contratto è stato annunciato ieri e spinge il portafoglio ordini della società italiana, leader mondiale nei cavi per l'energia e le telecomunicazioni, al nuovo record di 3,5 miliardi. Committenti sono le due società nazionali che gestiscono la rete, e cioè la norvegese Statnett e la britannica National Grid, riunite nella società Nsn Link (il nome del progetto).
Il collegamento tra i due Stati sarà il primo con cavi per la trasmissione di energia; ha un elevato valore strategico e offrirà un veicolo per condividere energia proveniente da fonti rinnovabili. Il progetto è considerato, inoltre, essenziale per il piano di rafforzamento delle reti elettriche in Europa, che prevede una riduzione dei prezzi delle forniture grazie all'immissione di energia più pulita in sostituzione di quella proveniente da impianti di generazione obsoleti. Il progetto è considerato storico e stabilirà un nuovo record, per la società guidata da Valerio Battista, trattandosi del più lungo collegamento sottomarino in corrente continua mai installato, con un tracciato di 740 chilometri fra le stazioni di conversione di Kvilldal, Norvegia e Blyth, Gran Bretagna. L'incarico assegnato a Prysmian prevede la fornitura e l'installazione di un totale di 950 chilometri di cavi sottomarini e interrati per due sezioni.
Tutti i cavi saranno prodotti nello stabilimento di Arco Felice-Pozzuoli (Napoli), uno dei principali centri del gruppo per i cavi sottomarini (a Battipaglia, sempre presso Napoli, c'è un altro stabilimento di punta che produce 10 chilometri all'anno di fibre ottiche). Le principali operazioni di posa dei cavi sottomarini saranno realizzate con la nave «Giulio Verne» di proprietà della stessa Prysmian; i cavi scenderanno anche a 2mila metri di profondità. La consegna e il collaudo sono previsti per settembre 2021.
Prysmian è leader mondiale nel settore dei cavi e dei sistemi per energia e telecomunicazioni. Con oltre 130 anni di esperienza (è l'ex Pirelli cavi), un fatturato di quasi 7 miliardi nel 2014, e 19mila dipendenti in 50 Paesi e 89 impianti produttivi. Da un punto di vista societario è una public company (quotata a Milano: ieri più 1,41%) dove il primo azionista, Giovanni Tamburi, non supera il 5% e i dipendenti sono destinatari di un piano di assegnazione di azioni che li porterà, in 3 anni, a pesare per l'1,5%.
Di recente il gruppo è stato investito da polemiche per la chiusura dello stabilimento di Ascoli, 120 persone oggi in ricollocamento.
Poichè nel dibattito era stato strumentalizzata l'assegnazione di 15 milioni di fondi pubblici per gli stabilimenti campani, i più avanzati del gruppo, l'azienda, per evitare equivoci, ha fatto il «beau geste» e ha rinunciato al finanziamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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