Nonostante poco meno di 11 miliardi di raccolta netta mensile, il patrimonio netto totale dell'intera industria italiana del risparmio gestito a fine dicembre è sceso a 1.823 miliardi, rispetto al record del mese precedente (1.835 miliardi) a causa dell'andamento delle Borse. Il 2015 si è chiuso comunque con oltre 140 miliardi di raccolta netta, 95 dei quali legate alle sottoscrizioni ai fondi comuni e i restanti 46 miliardi alle gestioni di portafoglio: 16,6 miliardi in quelle retail e 29,4 miliardi in quelle per gli istituzionali. Queste ultime, hanno incamerato oltre 7 miliardi a dicembre, contro i 3 miliardi dei fondi comuni aperti (altri 399 milioni sono finiti nei fondi chiusi). A fine anno, il patrimonio complessivo dei fondi aperti aveva superato gli 842 miliardi, davanti alle gestioni per gli istituzionali (808 miliardi), alle gestioni patrimoniali retail (124 miliardi) e ai fondi chiusi (48 miliardi).Quanto alle categorie di fondi, flessibili (+1,6 miliardi di raccolta netta mensile), azionari (+548 milioni) e bilanciati (+492 milioni) restano in positivo e i monetari euro in rosso (-166 milioni), mentre gli obbligazionari (-965 milioni il deflusso netto di novembre) sono tornati in attivo (+489 milioni). Nei 12 mesi, i flessibili hanno accumulato flussi per 51,4 miliardi, gli obbligazionari 14,8 miliardi, i bilanciati 12,4 miliardi, gli azionari 9,5 miliardi e i monetari 6,6 miliardi.
Il patrimonio a fine dicembre dei fondi, vede prevalere gli obbligazionari (348,6 miliardi, pari al 41,4% del totale), seguiti dai flessibili (203,6 miliardi, 24,2%), dagli azionari (183,1 miliardi, 21,7%), dai bilanciati (67 miliardi, 85) e i monetari (34,7 miliardi, 4,1%).Quanto al confronto tra i fondi di diritto estero e quelli italiani: i primi anno raccolto a dicembre 2,5 miliardi (68 miliardi nel 2015) mentre quelli made in Italy 450 milioni mensili (26,3 miliardi nell'anno).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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