«Rcs, no all' aumento Della Valle? Si è messo l'animo in pace»

«Rcs, no all' aumento  Della Valle? Si è messo l'animo in pace»

Non ci sarà nessun nuovo aumento di capitale in Rcs: parola di John Elkann, che tramite la Fiat è il primo socio di Rcs con oltre il 20%. Il presidente di Exor spiega ai giornalisti che lo incalzano dopo l'assemblea della holding del gruppo Agnelli, che si è tenuta quest'anno allo stabilimento della Maserati di Grugliasco, che «non c'è assolutamente a mia conoscenza il bisogno di aumentare ancora il capitale di Rcs», di cui il Lingotto è primo azionista. E l'ad del gruppo che edita il Corriere della Sera, Pietro Scott Jovane, dal canto suo ha confermato alcune indiscrezioni: «Abbiamo aperto da qualche settimana un tavolo sul debito con le banche perché i risultati ci permettono di farlo», precisando che l'aumento di capitale supplementare assolutamente non è previsto» e la trattativa è solo sul «costo del debito». Rispondete a sollecitazioni in tal senso di Della Valle (secondo azionista di Rcs, ndr)? «Non lo stiamo facendo assolutamente per quello, che poi se questo sia a lui gradito, ben venga».
Sul patron della Tod's ha risposto anche Elkann: «È una persona pratica, che guarda al sodo, evidentemente si è reso conto che le sue preoccupazioni erano infondate e che il valore del suo investimento in Rcs è molto aumentato e si è messo l'animo in pace». Il nipote dell'Avvocato Agnelli apprezza anche l'incremento della quota di Cairo in Rcs: «È positivo, vuol dire che crede nella società, pensa che sia ben gestita». Quanto al passaggio della quota Rcs da Fiat a Exor, l'ipotesi non esiste: «Non c'è assolutamente alcun dibattito con Marchionne. La vediamo allo stesso modo anche su questo».
Elkann si è poi dilungato sui progetti di Exor. La holding ha in pancia una liquidità stimata sui 2 miliardi che, con un'adeguata leva, possono lievitare fino a 3 miliardi di possibile capitale libero: «I prossimi 5 anni si annunciano ricchi di sfide importanti. Fca e Cnh Industrial hanno presentato piani di sviluppo quinquennali che contengono obiettivi ambiziosi. Le società che Exor possiede stanno lavorando per essere nel 2018 molto più forti e competitive di oggi». Exor, ribadisce il presidente, è pronta a fare la sua parte se Fiat-Chrysler (Fca) dovesse lanciare un aumento di capitale, che però allo stato «non è previsto nel piano». Piuttosto, ha spiegato Jaki, l'idea potrebbe essere un'altra: Con la potenza di fuoco a disposizione di Exor «vorremmo fare uno o due grandi investimenti nel futuro per avere accanto a Fca e Cnh un altro fratellino o sorellina. Una società simile con radici in Europa o America e che operi in tutto il mondo. Pensiamo più a una società che operi nei servizi che in ambito industriale». Un profilo che ricalca la convinzione strategica che sia più interessante investire (e diversificare) in attività a bassa intensità di capitale.
Elkann ha ripercorso i 5 anni trascorsi da quando Ifil e Ifi si fusero, nel marzo del 2009, dando vita ad Exor: «Abbiamo fatto molte cose: la base dei nostri ricavi si è profondamente trasformata.

Cinque anni fa la percentuale dei ricavi realizzata fuori Europa era al 40%, oggi al 75%». Infine, anche una nota da tifoso, sulla Juve che in questi 5 anni «ha vinto 3 scudetti, l'ultimo dei quali con 102 punti: un record mai visto nel campionato italiano».

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