Rcs a picco in Borsa Parte la caccia a nuovi investitori

La vendita dei Libri non ha inciso. Il presidente Costa al lavoro con la candidata ad Cioli e il coinvolgimento di Costamagna

Il minimo storico è stato aggiornato martedì a 71 centesimi ma anche ieri il titolo Rcs ha archiviato la seduta con nuovo calo dell'1,23% attestandosi a 0,72 euro, per un valore di Borsa ormai ridotto a 373 milioni, meno dei 400 dell'ultimo aumento di capitale del 2013. Solo nell'ultimo mese le azioni della società che controlla il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport hanno perso oltre il 19% con una discesa innescata il 7 ottobre (quando Rcs viaggiava a 88 centesimi) ovvero alla vigilia del cda sulle dimissioni dell'ad Pietro Scott Jovane.

L'entusiasmo mostrato dal mercato all'indomani dell'accordo con Mondadori firmato il 4 ottobre sulla cessione della divisione Libri è stato sostituito dall'incertezza sul ricambio al timone e sul rinvio del piano industriale. Ora a chiunque prenda il posto di Jovane servirà tempo per mettere a punto la nuova strategia. Ed è proprio il tempo che manca al gruppo editoriale, che entro metà novembre dovrà chiudere il cerchio con le banche creditrici sulla verifica dei covenant e sulla ristrutturazione del debito di 526 milioni che in base ai contratti di finanziamento non dovrà superare a fine anno i 440 milioni. Altrimenti scatterà la necessità di varare un nuovo aumento di capitale da 190 milioni.

Ma chi sta vendendo titoli Rcs o potrebbe venderli? Da settimane nelle sale operative circola l'ipotesi che prima o poi la Fca del tandem Elkann-Marchionne (ha il 16,73%) possa sfilarsi dalla partita sul Corriere e che comunque a Torino non ci sia la minima intenzione di mettere ancora mano al portafoglio in caso di ricapitalizzazione. Idem per tutti gli altri soci, compreso Diego Della Valle (oggi al 7,3%) e si dice anche Urbano Cairo, che il 19 ottobre ha comunicato formalmente la salita al 4,6% del capitale di Rcs dal 3,6% detenuto in precedenza. L'operazione risale al 24 marzo ed era già stata resa pubblica. Non traducendosi nel superamento di alcuna soglia rilevante, l'incremento della partecipazione non comportava obbligo di comunicazione alla Consob. «Io adesso sono fermo, sono uno spettatore», ha detto Cairo nei giorni scorsi. Le regole Consob prevedono l'obbligo di comunicare il superamento delle soglie del 5, 7,5, 10% e successivi multipli di 5. Un azionista può dunque decidere di muoversi all'interno di coni d'ombra e decidere di non dichiararlo.

La situazione resta, intanto, complicata. Tanto che - riferiscono fonti finanziarie al Giornale - sarebbe già partita la caccia a nuovi investitori, anche stranieri, interessati a scommettere sul futuro di Rcs. Questa ricerca vedrebbe impegnati il presidente Maurizio Costa, affiancato dal consigliere di amministrazione Laura Cioli (ad di CartaSi, ex Sky Italia e Vodafone) che è anche la candidata più caldeggiata a prendere il posto di Jovane.

Con il placet di Cairo e un assist esterno: Claudio Costamagna, che starebbe seguendo il dossier naturalmente non come presidente della Cdp, ma come banchiere dall'agenda assai ricca di contatti a livello internazionale.

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