Uno scontro senza precedenti tra le due fazioni del cda di Rcs: quella favorevole all'aumento di capitale «leggero» (massimi 400 milioni) e quella propensa a una ricapitalizzazione pesante (800 milioni e oltre). In mezzo, l'amministratore delegato Pietro Scott Jovane che ha ulteriormente aggiornato i presenti sul nuovo piano industriale. Quella che avrebbe dovuto essere una «rivoluzione copernicana» per il Corriere è destinata, per ora, a restare sulla carta. Alla fine, infatti, si è deciso di non decidere: il 19 dicembre, mercoledì prossimo, saranno fissati «gli obiettivi economici e di business», mentre tutto i dettagli saranno messi a punto in sede di approvazione del bilancio 2012, cioè con il cda tradizionalmente di metà marzo.
Decisivo, secondo quanto si apprende, sarebbe stato l'approccio più meditativo di Diego Della Valle. Mister Tod's, nonostante i recentissimi attacchi a Giovanni Bazoli (esponente di peso del patto Rcs), si sarebbe convinto, alla fine di un confronto molto serrato, ad appoggiare la linea «attendista» espressa da John Elkann e da Mediobanca. Fiat, che ha in portafoglio il 10,3% dell'editore, ha da tempo espresso la necessità di valutare passo per passo i dettagli contenuti nelle bozze del piano che Scott Jovane ha preparato con McKinsey e centrato su un drastico ridimensionamento dei Periodici, un sostanziale alleggerimento degli organici (500 dipendenti in uscita) e della presenza in Spagna e una riconversione al digitale. Ovviamente, si tratta di input che poi i singoli consiglieri «percepiscono» (il board è formato da indipendenti). L'unico a parlare è stato il vicepresidente Giuseppe Rotelli, confermando l'approvazione del piano mercoledì. Fino a ieri una delle discriminanti era anche la possibilità di cedere l'immobile di Via Solferino, sede del Corriere. Ma, a parte il contenzioso con il Comune di Milano sul cambio di destinazione d'uso e la difficoltà nel reperire acquirenti che comprino a buon prezzo (l'incasso atteso è di almeno 300 milioni), a non convincere del tutto sarebbe anche il colpo di scure sui settimanali (Il Mondo è stato salvato in extremis assieme a Oggi e qualche altra testata).
Dunque, che cosa c'è da attendersi nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, a questo punto? La riunione della prossima settimana sarà poco più che una formalità (salvo sorprese) giacché si avranno pochi dettagli definitivi oltre alle previsioni macroeconomiche.
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