Diego Della Valle si smarca dall'aumento di capitale da 421 milioni necessario a evitare la fine di Rcs. Con ogni probabilità Mr Tod's, che intanto si appresta ad accorciare la catena di controllo del proprio gruppo fondendo la lussemburghese Dorint con la Diego Della Valle & C,coprirà infatti soltanto il proprio 8,8% di Rcs. L'esborso è prossimo a 30 milioni, il minimo necessario all'imprenditore per non allentare la presa sul salotto del Corriere dopo la guerra sferrata sulle condizioni della ricapitalizzazione e il piano industriale predisposto dall'amministratore delegato Pietro Scott Jovane. Nel 2012 Dorint ha registrato un utile civilistico di 12,7 milioni, portati a riserva.
Il niet di Mr Tod's, che alla fine potrebbe anche preferire diluirsi, non è una buona notizia per le banche del consorzio di garanzia, che hanno già visto sfilarsi soci del calibro di Giuseppe Rotelli, Generali, i Benetton e la famiglia Merloni. Considerando che il patto di sindacato dovrebbe sottoscrivere poco più della metà dell'aumento e le mosse degli altri grandi soci, da sistemare c'è infatti un inoptato potenziale prossimo al 30-35 per cento. Martedì Rotelli ha inoltre scaricato sul mercato altri 3,55 milioni di diritti, per un controvalore di 13 milioni. Alcuni di questi sarebbero finiti in pancia alle stesse banche del consorzio, con cui Della Valle potrebbe quindi decidere di giocare al tiro alla fune. Ieri, in Piazza Affari, Rcs è intanto passata di mano a 1,48 euro (-0,34%) contro gli 1,81 euro del «Terp», mentre i diritti (la cui contrattazione termina oggi) continuavano la caduta (-80% a 0,38 centesimi).
A difendere Scott Jovane è invece ancora il presidente di Fiat, John Elkann, seguito, con una linea più «agnostica», dal numero uno di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli. Il Lingotto e Ca de' Sass seguiranno in maniera più che proporzionale l'aumento di Rcs: Fiat salirà dal 10,8 al 13%, mentre Intesa Sanpaolo potrebbe insediare Mediobanca (13,7%) sulla tolda di primo socio del Corriere. Il pupillo dell'Avvocato ha ieri prima ripetuto di essere «molto fiducioso» sul futuro di Rcs, notando come la situazione del gruppo editoriale sia «notevolmente» migliorata nell'anno passato sotto la guida di Jovane.
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