Tornare a crescere «sbloccando il freno a mano» che rallenta il Paese, dando certezze alle imprese, anche estere, che vogliono investire e per questo servono «regole certe e amministrazioni lineari e veloci». Lo ha detto il presidente dell'Eni e presidente del Comitato investitori esteri di Confindustria, Giuseppe Recchi.
«La mancanza di certezze ci distrugge - ha spiegato intervenendo al meeting di Cl di Rimini -. Nel nostro Paese è molto difficile, se non a volte impossibile, a causa dell'incertezza nel sistema delle regole, soppesare i pro e i contro di un investimento». L'Italia, secondo Recchi, «deve diventare il posto migliore in cui fare impresa» anche perchè il Paese ha «tutti i fattori che altri impiegheranno generazioni a mettere insieme e che il mondo ci invidia: la tecnologia, la qualità imprenditoriale e del lavoro, una storia e una cultura industriale costruita da generazioni, un mercato di consumatori sofisticato, un posizionamento geografico eccellente. Ci manca un modello organizzativo efficace ed efficiente. Nella competizione globale all'Italia servono più certezza e prevedibilità, insieme a pianificazione di lungo termine: un piano energetico, un piano industriale, un piano per le infrastrutture».
Recchi ha poi ricordato uno dei problemi annosi per la nostra energia: «L'Italia ha quantità importanti di gas e petrolio, ma la legge, la più restrittiva d'Europa, impedisce la ricerca in mare».
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