Toyota ancora sulla vetta del mondo ma, soprattutto, prima casa costruttrice di auto ad abbattere il muro dei 10 milioni di veicoli venduti in un anno. Il colosso giapponese, nonostante le vicissitudini dei maxi-richiami e le gravi ferite riportate a causa del devastante Tsunami del 2011, continua a tenere testa agli altri big delle quattro ruote, in particolare all'americana General Motors e alla tedesca Volkswagen. Nell'anno fiscale 2013-2014, conclusosi il 31 marzo scorso, il gruppo guidato da Akio Toyoda ha venduto a livello globale 10,133 milioni di veicoli, diventando la prima casa automobilistica mondiale a sfondare quota 10 milioni per unità vendute in un esercizio. Includendo i marchi Daihatsu e Hino le vendite sono salite del 4,5% rispetto al precedente anno fiscale, registrando un record assoluto e il terzo anno consecutivo di crescita. Le vendite del solo marchio Toyota sono stata pari a 9,054 milioni. Nel 2013 Toyota aveva venduto 9,98 milioni di vetture.
Anche nel primo trimestre del 2014 il gruppo ha battuto ogni primato di vendite, con 2,583 milioni di veicoli, mettendo in fila Gm (2,42 milioni) e Volkswagen (2,4 milioni), superate per il terzo trimestre consecutivo. «A questo punto - osserva Masatoshi Nishimoto, analista di Ihs Automotive - ci attendiamo che Toyota continui a essere leader mondiale fino al 2016-2017, anche se dovrà accelerare di più sul mercato cinese». Sarà interessante, in proposito, assistere al testa a testa con Volkswagen, visti i piani più che ambiziosi del numero uno Martin Winterkorn, il quale non fa che ribadire la volontà del potente gruppo tedesco di conquistare l'Olimpo delle vendite entro il 2018, superando però già quest'anno il target di 10 milioni di vendite (dai 9,731 milioni del 2013), cioè in largo anticipo rispetto a quanto programmato. E questo in virtù dei megainvestimenti (84 miliardi in cinque anni) e del lancio di nuovi prodotti. Nonostante l'avanzata della portaerei tedesca, Toyota dovrebbe tenere botta per i seguenti motivi: Gm, come spieghiamo nell'articolo qui sotto, sta entrando in un vortice di polemiche che riguarda i vertici del gruppo, mentre Volkswagen - come marchio - «continua ad avere un rapporto non facile con il mercato Usa», come spiega un analista. Nell'ambito premium, dove il gruppo è rappresentato da Audi, la situazione è migliore, anche se il marchio dei quattro anelli ha impiegato molto tempo a ricostruire la propria immagine dopo i seri problemi accaduti negli anni Ottanta, derivati da un problema al cambio. E la sua battaglia, in questo segmento, è con le rivali tedesche Mercedes e Bmw.
«Ma l'ascesa di Toyota - osserva Stefano Aversa, ceo di AlixPartners - è dovuta in larga parte anche al cambio favorevole con il dollaro che assicura al gruppo un forte vantaggio competitivo. A ciò bisogna aggiungere la forte ripresa del mercato Usa, l'eccellente posizione in Cina e la svolta stilistica impressa alla gamma, che ha dato maggiore personalità grazie soprattutto al nuovo frontale. Il gruppo, inoltre, è riuscito a lasciarsi alle spalle i problemi di qualità con i conseguenti richiami, nonché i danni causati dallo Tsunami del 2011».
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