Economia

Reddito di cittadinanza, il fallimento dei Puc: lavora solo lo 0,5% della platea

I dati forniti dal ministero del Lavoro sono impietosi. Quello dei Puc è un altro tassello del reddito di cittadinanza a fare clamorosamente flop

Reddito di cittadinanza, il fallimento dei Puc: lavora solo lo 0,5% della platea

Dovevano essere un altro importante tassello del più ampio ed ambizioso progetto del reddito di cittadinanza ed invece i "Puc", i "Progetti utili alla collettività" che dovrebbero impegnare per poche ore a settimana i percettori del sostegno economico, si sono rivelati essere un flop. Clamoroso ed inaspettato.

Ad oltre un anno dal decreto attuativo sono state 6.668 le persone in tutta Italia ad essere chiamate dai Comuni di residenza per lavori utili alla comunità. In pratica Lo 0,5% della platea composta da un milione e trecentomila beneficiari occupabili. Per di più, come ha sottolineato il Messaggero, i lavori sono stati saltuari e per periodi molto limitati. I numeri, impietosi, provengono da dati ufficiali forniti dal ministero del Lavoro e sono aggiornati all'11 febbraio scorso.

Il fallimento dei Puc è ancor più sconcertante se si tiene conto di un altro elemento. A differenza dei navigator, altra figura parte del progetto del reddito di cittadinanza che non ha funzionato come ci si aspettava, i Puc avrebbero dovuto prestare servizio in modo gratuito: un Comune, infatti, deve pagare solo l'assicurazione obbligatoria. L’impegno chiesto ai lavoratori non è neanche particolarmente sfiancante: secondo la norma una persona può lavorare da otto a sedici ore a settimana. Di cose da fare ce ne sarebbero molte eppure tali figure non sono state utilizzate. Un vero peccato visto che i Puc possono essere attivati in ambito ambientale, culturale, artistico e nella tutela dei beni comuni. I progetti, salvo alcune eccezioni, non sono stati predisposti. E quei pochi progettati non sono ancora partiti.

Le aree geografiche

I Puc sono stati un flop in tutta Italia. Ma è nel Nord che si sono rivelati essere un fallimento. Nel Friuli Venezia Giulia sono 43 i beneficiari del reddito di cittadinanza impegnati nei progetti utili alla collettività. Numeri leggermente più alti in Veneto (204), Piemonte (140), Emilia-Romagna (125), Piemonte (140) e Lombardia (562) ma non tali da far gridare alla riuscita del progetto. Addirittura in Valle d'Aosta e in Trentino Alto Adige nessuna persona è stata impiegata nei Puc.

Cambia l’area geografica ma lo scenario resta sostanzialmente lo stesso. Nel Centro Italia, infatti, sono 1.079 i sussidiati coinvolti nei Puc: ben 889 nel solo Lazio. Un po’ meglio va al Sud e nelle Isole: sono 4.410 i beneficiari del reddito di cittadinanza che lavorano nei progetti utili alla comunità. In Puglia e Campania i sussidiati coinvolti sono rispettivamente 1.311 e 1.286. Numeri, però, sempre molto bassi. In generale sono più attivi i comuni piccoli che quelli grandi.

I possibili ostacoli

Come spiega ancora il Messaggero, sul flop dei Puc possono aver inciso diversi fattori, tra cui l’emergenza sanitaria. Il quotidiano sottolinea che Napoli si è mossa solo recentemente ma dai centri per l'impiego non arrivano le liste. Anche a Roma si registra una situazione simile. Eppure i progetti non mancano. Almeno sulla carta.

Ma è fondamentale poi metterli in pratica.

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