Oltre un milione di famiglie che entro la fine del mese dovranno aggiornare il proprio Isee per non vedere sospesa la ricezione del Reddito di Cittadinanza.
Un inizio 2020 abbastanza impegnativo per i percettori del RdC, che dovranno “correre” per aggiornare i propri dati entro i tempi richiesti. I Caf (centri di assistenza fiscale), così, nelle prossime settimane saranno affollatissimi e oberati di lavoro per consentire l'aggiornamento dell'indicatore della situazione economica, documento essenziale al fine di vedere corrisposto il sussidio.
La validità dell'Isee, difatti, è scaduto il 31 dicembre 2019 e ora deve essere rinnovato, pena la sospensione. Si ha tempo sino a fine mese, considerando che il 27 gennaio l'Inps mette in pagamento la mensilità in corso. In L'aggiornamento dell'indicatore si può fare anche on line, sul sito dell'istituto previdenziale, ma nella maggior parte dei casi i percettori del reddito chiederanno di compilare la Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) presso un centro di assistenza fiscale.
La stessa trafila dovrà essere fatta anche per altre tipologie di prestazioni sociali, tra cui i titolari della Carta acquisti e del Rei che devono ripresentare la Dichiarazione sostitutiva unica per avere il nuovo Isee senza rischiare la sospensione.
Intanto sul RdC è tempo di bilanci. Secondo l'Osservatorio sul Reddito di cittadinanza dell'Inps, al 7 gennaio sono olre 1,6 milioni i nuclei familiari ad aver presentato una domanda di Reddito/Pensione di Cittadinanza e di questi 1,1 milione (67%) sono state accolte, 88 mila (5%) sono in lavorazione e 457 mila (28%) sono state respinte o cancellate. Analizzando le domande pervenute l'80% viene trasmesso dai Caf e dai Patronati e il restante 20% da Poste Italiane.
Il maggior numero di domande arriva dalle regioni del Sud e le Isole, con 911 mila nuclei (56%), , seguite dalle regioni del Nord, con 463 mila nuclei (28%), e da quelle del Centro con 268 mila nuclei (16%). L'importo medio mensile è pari a 493 euro, ma il 67% dei nuclei percepisce un importo mensile inferiore a 600 euro e l'1% un importo mensile superiore a 1.200 euro. In proporzione, la maggior parte dei nuclei familiari ha un solo componente che percepisce un importo mensile compreso tra 400 e 600 euro (202 mila).
Per quanto riguarda la cittadinanza del richiedente, la prestazione nel 90% dei casi risulta erogata ad un italiano, nel 6% ad un cittadino extra-comunitario in possesso di un permesso di soggiorno, nel 3% ad un cittadino europeo ed infine nell'1% a familiari dei casi precedenti.
Per Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, “Si è coperto solo il 57,2% delle famiglie povere, pari a 1 milione e 822 mila, e meno del 50% (49,9%) degli individui poveri, pari a 5 mln e 40 persone”. “Inoltre l'importo medio, pari a 493 euro - prosegue Dona -, è insufficiente persino a coprire la soglia di povertà più bassa in assoluto, quella di un single con più di 75 anni che vive in un piccolo comune del Mezzogiorno, pari a 500,01 euro. Figurarsi per la soglia più alta di oltre 2 mln al mese, valida per le famiglie da 5 componenti che vivono in un centro area metropolitana del Nord”.
Per i Codacons, invece, “Il reddito di cittadinanza si è rivelato un flop assoluto, e a confermarlo sono gli stessi dati ufficiali forniti oggi dall'Inps”.
“Il reddito di cittadinanza da un lato non ha contribuito in alcun modo a far riprendere i consumi, che secondo l'Istat restano al palo nel nostro paese, dall'altro non ha aiutato i cittadini a trovare lavoro”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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