Economia

Il flop del reddito di Di Maio: 3 miliardi per soli mille posti

I numeri del reddito di cittadinanza non sono lusinghieri. Pesano ritardi e mancanza di attrezzature necessarie ai navigator per svolgere il loro lavoro

Il flop del reddito di Di Maio: 3 miliardi per soli mille posti

Quello del reddito di cittadinanza, misura tanto cara al M5s, al momento sembra essere un bilancio tutt’altro che positivo.

Secondo fonti sindacali riportate da Il Messaggero, ad ora sono stati spesi circa 3 miliardi di euro per meno di mille posti di lavoro creati. Il tutto su un platea di oltre 700mila persone occupabili che hanno usufruito del provvedimento. Un impatto pressoché nullo sul piano occupazionale. I numeri, in sostanza, sono confermati anche dai dati diffusi dell'Istat. Ad ottobre, infatti, ci sono state 46mila persone in più che hanno trovato un lavoro. L’aumento è avvenuto grazie agli autonomi: in questa categoria si è registrato un +38mila rispetto a settembre.

Stando agli ultimi dati disponibili aggiornati al 30 settembre si nota che 18mila individui beneficiari del reddito avevano trovato un impiego attraverso le vecchie procedure messe in atto dai centri per l'impiego. La grande maggioranza di chi percepisce il sussidio che hanno trovato lavoro si è dovuta accontentare di un contratto a tempo determinato. In base a dati forniti dall' Anpal, solo il 18% dei 17.637 degli aventi diritto al bonus, assunti tra aprile e settembre, ha ottenuto un contratto a tempo indeterminato.

Si ipotizza che i numeri molto bassi siano dovuti a problemi alla “fonte”. Le convocazioni nei centri per l'impiego vanno a rilento tanto che molte persone non hanno ancora iniziato i percorsi d’inserimento nel mondo del lavoro. Ma c’è di più. Esistono anche problemi di natura tecnica: in diverse regioni ai navigator sono stata forniti neanche gli strumenti informatici necessari per svolgere il proprio compito. Si ricorda, ad esempio, ch in Campania per il ruolo di tutor si è verificato uno scontro tra il governatore Vincenzo De Luca del Pd e l'Anpal. Dopo forti proteste e manifestazioni, si è trovato un accordo. Il braccio di ferro, però, ha fatto sì che si partisse con molti mesi di ritardo.

L’Inps comunica che al momento sono 857mila le famiglie che usufruiscono del reddito di cittadinanza. A 200mila vengono corrisposti meno di 200 euro al mese. Sono invece più di 700mila i beneficiari del sussidio considerati attivabili su un totale di oltre 2 milioni di persone coinvolte.

Questi, in base alla legge, devono essere convocati nei centri per l'impiego per firmare il contratto che li impegna a trovare un impiego entro 30 giorni dal riconoscimento del sussidio. Ma le convocazioni sono partite solo a settembre. Non si può escludere che una volta oliati gli ingranaggi, la situazione cambi. Con i numeri di nuovi occupati che potrebbe salire. Solo il tempo dirà se ciò effettivamente avverrà e sarà grazie al reddito di cittadinanza.

I numeri mettono in allarme i sindacati. Spiega Federico Bozzanca della Fp Cgil: "Anche se è ancora troppo presto per parlare di un flop, questi dati dimostrano che in Italia non vi sono le condizioni per una ripresa dell' occupazione stabile, indipendentemente da ciò che è stato messo in moto sul versante delle politiche attive.

Il sistema dei centri per l'impiego, poi, non è ancora in grado di contribuire al rilancio delle politiche attive: c'è ancora carenza di personale, i navigator in molte regioni non sono operativi, infine mancano più in generale politiche di sistema che incentivino l'inserimento lavorativo".

Commenti