L'agenda che da settembre attende il governo è fitta di appuntamenti decisivi da varare entro la fine del 2021: reddito di cittadinanza, pensioni, fisco, delocalizzazioni e ammortizzatori sociali sono i temi caldi che attendono Draghi ed i partiti politici chiamati a delle scelte di non poco conto.
Incertezze sul dopo Quota 100
Sul tema delle pensioni la maggioranza è divisa da mesi: cosa accadrà dopo Quota 100? Come ci siamo occupati di recente, il rebus è tutt'altro che risolto: Quota 100, cavallo di battaglia della Lega, nella maggioranza c'è chi lo considera già defunto ma Salvini ha già detto chiaramente che non permetterà un ritorno alla legge Fornero. Il governo si muove con passo felpato puntando a ricorrere agli strumenti esistenti come l'Ape sociale, l'anticipo pensionistico previsto per i soggetti in determinate condizioni che abbiano compiuto almeno 63 anni di età. L’esecutivo di Draghi ha in mente, quindi, un potenziamento delle misure già esistenti e vuole allargare la schiera dei beneficiari, con opzioni differenti per le diverse categorie, con un’uscita anticipata compresa tra i 56 e i 66 anni di età.
Quali sono le ipotesi in campo
Lega, M5s e sindacati puntano su ipotesi come Quota 41 - come gli anni contribuzione a prescindere dall'età anagrafica - o sulla possibilità di uscire a 63-64 anni anche col solo regime contributivo. L'Inps, però, ha già gelato le aspettative perché l'impatto sui conti pubblici con questa soluzione sarebbe da 4,3 miliardi nel 2022 e salirebbe fino a 9,2 miliardi negli anni successivi. Un'altra opzione sul tavolo è quella del calcolo contributivo con 64 anni di età e 36 di contributi: costerebbe inizialmente 1,2 miliardi per arrivare a 4,7 miliardi nel 2027. Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico ha parlato anche di un'altra soluzione: uscire a 62-63 anni di età con la parte contributiva e a 67 con quella retributiva. Richiederebbe meno di 500 milioni nel 2022 per arrivare poi a costare 2,4 miliardi nel 2029. Come riporta Repubblica, Quota 41 è però solo una piccola parte della discussione sulla flessibilità. Se il governo è orientato a tradurla ampliando alcuni strumenti esistenti (Ape sociale e Opzione donna), per includere un maggior numero di lavoratori in difficoltà, i sindacati puntano a riscrivere la legge Fornero rilanciando l’uscita per tutti dai 62 anni con almeno 20 di contributi. Un’ipotesi non campata in aria per Cgil, Cisl e Uil.
Lo scontro sul reddito di cittadinanza
Come se già i grattacapi non fossero abbastanza, si aggiungono quelli sul reddito di cittadinanza. Su questa tematica, il segretario della Lega, Matteo Salvini, è assolutamente fermo e ferreo. Presenteremo l'emendamento a mia prima firma, ma dobbiamo assolutamente cancellare il reddito di cittadinanza", ha affermato a Pinzolo, intervistato da Mario Giordano. "Il reddito di cittadinanza sta disincentivando il sacrificio, sta provocando lavoro nero. Pensavamo che andasse in maniera diversa, a volte si sbaglia", ha aggiunto. Di parere opposto il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che durante un'intervista ad Affaritaliani.it, sul reddito ha affermato che non si tenesse conto "che si lasciava sotto la povertà assoluta tante gente e quindi non è un imperativo morale ed etico, ma un grave problema sociale e si mette in crisi la coesione sociale. Sullo sfondo c'è il tema del salario minimo, del salario cosiddetto 'di riserva'". Questa riforma "è complessa e dobbiamo calibrarla meglio perchè è chiaro che vanno valorizzate le politiche attive sul lavoro - ha sottolineato Conte - ricordo agli imprenditori che ci sono fino a 18 mesi di benefici e sgravi per chi assume un percettore di reddito di cittadinanza".
Il botta e risposta politico
Con i soldi che si potrebbero risparmiare sul reddito cittadinanza, si rinviano le cartelle esattoriali e si finanzia Quota 100: è questo quanto proposto dal leader della Lega. "Conto che sul taglio delle tasse, sulle cartelle esattoriali tutto il centro destra sia unito”, ha aggiunto. La scorsa settimana, intervenendo al meeting di Rimini davanti alla platea di Comunione e Liberazione e Compagnia delle Opere, Salvini aveva affermato che tornando indietro non rivoterebbe il reddito di cittadinanza. "È una legge che si è dimostrata nei fatti, inidonea”. La risposta, però, non si è fatta attendere. "Salvini sostiene che 'tre anni fa poteva avere un senso, oggi no. Cioè oggi dopo la pandemia, con il reddito che ha salvato tante persone, in un momento in cui, più che mai, non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuno, Salvini sostiene che oggi, proprio oggi, va abolito", ha scritto su Facebook Riccardo Ricciardi, vicecapogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera. "Salvini e il suo omonimo Renzi hanno l'ossessione del reddito di cittadinanza perché devono colpire il Movimento.
Questo è il loro bersaglio ma su quella strada ci sono milioni di donne e uomini che non possono essere vittime della loro squallida battaglia politica". Insomma, l'autunno non è ancora iniziato che si preannuncia "bollente" come l'estate meteorologica che sta volgendo al termine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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