«Rete in fibra, regole uguali per tutti»

Pitruzzella arbitro contro i sussidi incrociati. Recchi (Telecom): «Si riferiva a Enel»

Maddalena Camera

Le sanzioni dell'Antitrust sono costate alle aziende in Italia nel 2015 ben 433 milioni di euro, 71 milioni dei quali per la tutela dei consumatori. Questa la sintesi dell'attività dell'Autorità garante per la concorrenza illustrata dal suo presidente, Giovanni Pitruzzella, durante la relazione annuale al Parlamento. Al di la dei numeri c'è la sostanza dei temi che l'Antitrust dovrà toccare nel prossimo futuro: dalla rete a banda ultralarga, dove gli investimenti degli operatori non dovranno fare lievitare le bollette degli utenti, alla sharing economy, dove Pitruzzella si augura una «regolazione leggera» che non uccida i nuovi modelli di business.

Sul fronte della banda larga Pitruzzella è stato chiaro: «Nessun operatore dovrà sfruttare qualche forma di sussidio incrociato». E il riferimento alla nuova società per la fibra, Enel Open Fiber è chiaro. Enel dovrà separare gli introiti che arrivano dalla rete in fibra che si appresta a realizzare da quelli del suo core business elettrico.

In poche parole, il rischio che l'Autorità si impegna a tenere sotto controllo è quello che gli operatori del settore elettrico facciano pagare i propri investimenti nella banda larga a tutti gli utenti in bolletta. Soddisfatto il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi. «L'aspetto più importante della relazione - ha detto Recchi - iguarda la costruzione di un sistema di regole uguale per tutti e che nessuno possa avere vantaggi da sussidi incrociati. Ed è chiaro che questo è un riferimento a Enel.La concorrenza ci piace se però tutti competono allo stesso livello». Il presidente ha anche espresso soddisfazione «per il cambio di approccio operato dall'attuale cda di Telecom rispetto al sistema regolatorio. Una questione questa rimarcata anche dall'Antitrust che dato atto all'ex-monopolista di avere aperto alla concorrenza. «Il cambio di passo - ha detto Recchi - è effetto dell'operato del nostro cda che da due anni ha assunto una modalità collaborativa e sinergica».

Il presidente Antitrust ha anche sottolineato che per aziende della new economy che si appoggiano al 100% alla rete come Uber e Airbnb «non si possono sottovalutare i nuovi problemi circa la tutela del consumatore e la tassazione. Questi però non possono essere risolti estendendo ai nuovi servizi le regole esistenti per quelli tradizionali senza uccidere i nuovi modelli di business. Ed è per questo che va pensata una regolamentazione leggera, in modo da introdurre solamente le regole strettamente necessarie alla tutela dei fondamentali interessi pubblici».

Pitruzzella ha anche spiegato che sul fronte dell'editoria «saranno valutate le concentrazioni nei media». Con chiaro riferimento all'aggregazione tra La Stampa e Repubblica.

Nell'operazione, però, proprio un componente dell'Antritrust, il costituzionalista Michele Ainis, si trova in conflitto di interessi, in quanto editorialista del quotidiano romano. Ainis ha fatto già sapere che non parteciperà al voto quando l'Autorità si esprimerà sulla fusione tra i due gruppi editoriali.

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