Contrastare in tutti i modi l'evasione fiscale, con un occhio di riguardo a quella possibile attraverso l'utilizzo di criptovalute: è questo il provvedimento principale contenuto nell'agenda che il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, proporrà alle altre nazioni del G20, quando l'Italia ne assumerà la presidenza di turno.
Come ricorda il quotidiano La Verità, infatti, Roma ricoprirà tale incarico dal primo dicembre 2020 al 30 novembre 2021. In occasione di un convegno tenutosi in Arabia Saudita, il nostro governo ha già anticipato le sue ricette. Ricette che tuttavia non convincono a pieno, tanto per il modo in cui sono state esplicate quanto per l'importanza delle stesse ai fini dell'interesse nazionale dell'Italia.
Un organismo internazionale privato denominato Commissione indipendente per la riforma della tassazione internazionale delle aziende (Icrict) ha come propria missione quella di contrastare l'evasione fiscale mediante la creazione di un "Registro globale dei beni". Dal canto suo, Gualtieri ha dichiarato che l'Italia farà di tutto per effettuare progressi “nell'area della trasparenza fiscale”. In altre parole, l'obiettivo è quello di garantire l'accesso delle amministrazioni fiscali a una maggiore mole di dati e informazioni per contrastare l'evasione.
Se la trasparenza offusca la privacy
Basta collegare i due punti per farsi una domanda lecita: la reale intenzione di una simile operazione è quella di sostenere una sorta di progetto planetario di controllo totale dei beni di tutto il mondo oppure è semplicemente quella di rafforzare la collaborazione tra le polizie fiscali delle varie nazioni?
In altre parole, il rischio è che la trasparenza totale possa offuscare il diritto alla privacy e che, con la scusa della trasparenza globalizzata, possano essere legittimati sistemi di controllo totale sugli individui.
Sembra quasi che le democrazie cerchino di raccogliere più tasse affidandosi al consenso degli impoveriti via assistenzialismo. Gualtieri vuole accelerare questa tendenza? Il dubbio è che dietro la tracciabilità online dei beni che proporrà l'Italia al G20 sia mossa più dall'azione della citata Icrict più che non dagli interessi del nostro Paese.
Anche perché non si capisce l'impellenza di mettere davanti a tutto il controllo patrimoniale, al quale per altro già provvedono vari organismi specializzati.
Poco importa se Roma poteva sfruttare la presidenza per mettere sul tavolo altre questioni, ben più impellenti,come ad esempio la creazione di un "medico globale" per controllare più rapidamente le epidemie. No, perché la proposta dell'Italia è una: uno standard mondiale di repressione fiscale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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