Attenzione all'Imu: cosa serve ora per pagare meno

La sentenza della Commissione tributaria provinciale di Reggio Emilia ha stabilito che non ci può essere imposizione da parte del Comune

Attenzione all'Imu: cosa serve ora per pagare meno

Malgrado il Comune abbia problemi a reperire informazioni sulle abitazioni a canone concordato, non è nelle condizioni di obbligare il contribuente a produrre documentazioni non previste dalla legge. In particolare, la Commissione tributaria provinciale di Reggio Emilia, con il pronunciamento numero 248 del 23 novembre 2021, ha stabilito che l’utente per beneficiare della riduzione Imu sugli immobili a canone concordato non ha l’obbligo di presentare all’ente locale un’autocertificazione. Non ci può essere ingiunzione, quindi, da parte del Comune. La Commissione tributaria ha recepito il ricorso di un contribuente, il quale aveva ricevuto un’imposizione da parte dell’ente locale.

In realtà, il Comune aveva avuto molta difficoltà a reperire le informazioni necessarie a definire il procedimento dall’Agenzia delle entrate, ma per la Commissione questo non può giustificare la forzatura nei confronti del contribuente. In pratica, la sentenza ribadisce che l’utente, nel caso specifico di immobili a canone concordato, ha diritto a beneficiare della riduzione dell’Imu e non è obbligato a produrre autocertificazione. In questi casi la tassa dovuta e al 75% dell’importo complessivo, con una riduzione del 25%. Il principio fissato dalla Commissione tributaria, in ogni caso, come riporta il quotidiano Italia Oggi, è contemplato anche nell’articolo 6 dello Statuto dei diritti del contribuente, la legge numero 212 del 2000. La norma non consente al Fisco di pretendere dall’utente documentazioni o informazioni di cui dovrebbe essere già in possesso.

Come linea di condotta, è alquanto difficile, tranne alcune eccezioni, che il contribuente che usufruisce di agevolazioni sia tenuto a produrre dichiarazioni nel merito, solitamente ciò avviene in maniera automatica. Questo accade, per esempio, nel caso dell’esenzione Imu per la prima casa. È il Comune, attraverso l’ufficio anagrafe, a risalire alla residenza del contribuente.

Così come la denuncia Imu non è richiesta, poiché le informazioni vengono acquisite dalla banca dati catastale, ossia l'archivio dei documenti che elencano e descrivono i beni immobili registrati presso gli uffici del Catasto, oggi sotto la competenza dell'Agenzia delle entrate.

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