Risanamento, Barrack riprova l'Opa

Tom Barrack è figlio di un fruttivendolo libanese che ha fatto ogni sacrificio per fare studiare il suo ragazzo prima dai Gesuiti e poi all'università. Ora «Tom» è uno degli uomini più ricchi d'America e, con il fondo Colony Capital è tornato alla carica, a fianco di Luigi Zunino, per acciuffare i nove palazzi che Risanamento possiede nel cuore di Parigi. Gli stessi che il gruppo immobiliare, strappato dal fallimento nel 2009, aveva da poco deciso di cedere a Chelsfield per un totale di 1,2 miliardi, lasciando così cadere nel vuoto la prima proposta formulata da Barrack e Zunino. Il closing con Chelsfield è, però, previsto solo entro fine febbraio.
Per nulla incline a darsi per vinto, il miliardario americano, che è stato in affari sia con l'Aga Kahn sia con gli emiri del Qatar per la Costa Smerdalda e la cessione del Paris Saint Germain, ha così confermato - su richiesta della Consob - di aver presentato una nuova offerta per rilevare il controllo dell'intera Risanamento, cui consegue l'obbligo di lanciare un'Opa obbligatoria.
Piazza Affari non avrebbe potuto chiedere di meglio: dopo essere stato sospeso, il titolo Risanamento ha chiuso in rialzo del 12,22% a 23 centesimi. Il tandem composto da Barrack e Zunino, che per l'occasione ha creato il veicolo Oui (di cui controllano rispettivamente il 70% e il 30%) porrebbe sul piatto 20 centesimi per ogni azione (più 60 milioni per le banche), per un valore complessivo di 28 cent.
Barrack e Zunino hanno qualche chance, anche perché il board di Risanamento è da tempo spaccato in due tra il fronte espressione delle banche creditrici (che, spronate» da Unicredit, hanno scelto l'offerta di Chelsfield), e quello invece che guarda con simpatia a un ritorno del fondatore. Senza contare che gli stessi interessi degli istituti creditizi non sono monolitici. Il Banco Popolare, che peraltro non è esposto verso Risanamento ma con le holding di Zunino, è stato per esempio il più «possibilista» a valutare l'alternativa di un ritorno dell'imprenditore. Al contrario, Unicredit è apparsa la più tenace a perseguire la strada di selezione che ha condotto a Chelsfield. In mezzo restano con diverse sfumature gli umori di Monte dei Paschi, Bipiemme e Intesa Sanpaolo.

La palla torna quindi al cda di Risanamento ma, secondo alcune interpretazioni, questa volta l'ago della bilancia sarà l'orientamento di Ca de' Sass. In ogni caso, Barrack potrà consolarsi con i quattordici villini liberty romani situati nei pressi di Villa Borghese, che ha rilevato a inizio anno per 140 milioni.

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