Rotelli molla il «Corriere» Niente soldi per l'aumento

Rotelli molla il «Corriere» Niente soldi per l'aumento

Giuseppe Rotelli non seguirà l'aumento di capitale di Rcs. La sua finanziaria Pandette srl ha comunicato al cda guidato da Pietro Scott Jovane l'intenzione di non sottoscrivere i diritti di opzioni relativi al 16,5% che fa capo all'imprenditore lombardo della sanità.
Dopo sette anni e 300 milioni di investimenti (l'ultima tranche risale all'anno scorso quando il 5,2% dei Toti fu acquistato per 53 milioni al doppio del valore di mercato), Rotelli lascia il campo di battaglia del Corriere ed è destinato a diluirsi al 4,2% circa post aumento. In realtà, il conto dell'avventura editoriale è destinato a lievitare l'anno prossimo quando dovranno essere regolate con il Banco le opzioni sul 3,5%: nel 2009 il prezzo fu fissato a 114 milioni.
Secondo alcuni rumor, Rotelli non dovrebbe fare trading con i diritti (ieri il prezzo è ulteriormente crollato del 36% a 0,717 euro) che alle quotazioni di mercato valgono circa 13 milioni. Toccherà quindi al consorzio di garanzia, capitanato da Banca Imi e partecipato da Mediobanca e Ubi, farsi carico dei 67 milioni di inoptato «rotelliano». Che per Ca' de Sass significherebbe - in automatico - un impegno molto prossimo al 5 per cento.
La scelta di Rotelli non modifica gli equilibri che si sono delineati in sede di avvio della ricapitalizzazione da 421 milioni: i soci del patto e, in particolare Mediobanca, Intesa e Fiat, continueranno a rappresentare il «nocciolo duro». Ma, nell'ottica di uno scioglimento del patto parasociale (che Piazzetta Cuccia molto probabilmente disdetterà a settembre secondo le indicazioni del nuovo piano industriale), sarà importante preparare la «fase due».
Alberto Nagel e Giovanni Bazoli vi hanno già pensato: l'unico interlocutore, attualmente, è Diego Della Valle (8,8%). Mr Tod's vuole tuttavia entrare nella «stanza dei bottoni» prima di investire ulteriori risorse nell'editrice del Corriere. Un ripensamento della separazione funzionale-societaria del gruppo Rcs è una delle carte da giocare per i grandi soci.
Ieri si è riunito il cda dell'editrice. Al vertice non ha partecipato Rotelli, mentre il vicepresidente Roland Berger era collegato in videoconferenza. A maggioranza i consiglieri hanno delegato Scott Jovane a chiudere la trattativa per la cessione dei periodici. Entro la fine del mese l'ad deciderà se accettare l'offerta di Prs o quella di Visibilia (concessionaria pubblicitaria del Giornale), che paiono meglio posizionate rispetto a Guido Veneziani Editore. I rappresentanti sindacali delle testate, tuttavia, hanno annunciato l'intenzione di resistere a oltranza. Intanto, Rcs Pubblicità dal primo settembre fino a fine 2015 curerà la raccolta pubblicitaria per i quotidiani del gruppo Poligrafici (Qn, Il Giorno, La Nazione e Il Resto del Carlino).


Ieri in Borsa le azioni ordinarie Rcs hanno lasciato sul terreno il 13,65% a 2,062 euro, mentre le risparmio hanno perso il 16% a 0,588 euro. I diritti per sottoscrivere nuove azioni di risparmio di categoria B hanno ceduto il 23% a 0,0976 euro.

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