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In Russia tornano gli "Shuttle traders": la mossa per aggirare le sanzioni

Le sanzioni occidentali hanno inferto un grave danno all'economia della Russia che, per correre ai ripari, è tornata indietro alle importazioni e alle regole di 30 anni fa: ecco cosa sta succedendo

In Russia tornano gli "Shuttle traders": la mossa per aggirare le sanzioni

Non lo ammetteranno mai, non l'hanno ancora fatto, ma con le sanzioni che l'Occidente ha inflitto alla Russia di Vladimir Putin dopo l'invasione scriteriata dell'Ucraina, il Paese è tornato indietro di 30 anni. L'economia è sempre più in ginocchio, nuovi spiragli non se ne vedono e per far fronte alla chiusura di centinaia di brand e marchi utilizzati in tutto il mondo ma non più a Mosca, ecco che è stata ripristinata la cosiddetta economia di trasporto.

Chi sono gli "Shuttle traders"

Negli anni '90, quando la Russia sprofondò nella più grande crisi economica della sua storia, ecco che l'esercito dei "chelnoki" (parola russa) andava all'estero ad acquistare merci per poi rivenderle all'interno del Paese. In quel periodo, come spiega il Corriere, erano almeno 25mila. Dall'inglese, gli "Shuttle traders" erano i singoli imprenditori che compravano beni di marca in altri Paesi, li importavano e li mettevano a disposizione della gente russa nei mercatini o nei piccoli negozi. Nella stragrande maggioranza dei casi, queste merci venivano importate senza alcuna dichiarazione così da non pagare i dazi doganali. Adesso, con le saracinesche dei bran occidentali abbassate da oltre un mese, l'unica soluzione potrebbe essere quella di un ritorno al passato.

Il fallimento economico russo

Quanto accaduto negli anni '90 certificava il fallimento di un popolo, più che altro umiliazione, la stessa che Putin vuole dare indirettamente alla gente che tanto lo osanna e acclama. Avrà dalla sua il gas e il petrolio ma se manca la vita occidentale, anche per i russi si fa dura. Ecco che, adesso, anche se in maniera non ufficiale, il parlamento russo ha ridato vita a questo tipo di commercio. Infatti, le autorità di Mosca hanno stabilito che dal 6 maggio un determinato elenco di merci e prodotti vari non saranno più sotto il divieto di "importazione parallela", ma potranno essere reintrodotti dall'estero senza tante storie, senza avere il via libera di chi ha quel marchio e degli stessi rinvendotiri autorizzati. È così che dai cosmetici ai prodotti tecnologici, dagli orologi alle auto, si potrà acquistare quasi qualsiasi cosa e rivederla nel mercato interno.

"Saturare mercato interno"

Il ministero del Commercio russo ha fatto sapere che questa possibilità "è concessa agli importatori al fine di saturare il mercato interno sullo sfondo di un notevole calo del volume delle merci importate in Russia". Questa lista potrebbe aumentare se altre grandi multinazionali decidessero di abbandonare per sempre il territorio russo. Secondo il Dipartimento del Commercio, oltre ai quasi 100 articoli acquistabili in questo modo, il valore complessivo ammonterebbe a 120 miliardi di dollari ogni anni, in pratica il 50% di quanto valgono le attuali importazioni di Mosca. Di contro, per salvaguardare quanto di buono funziona in Russia grazie alle aziende interne, i grossi produttori stranieri non dovranno intralciare quel tipo di economia con limitazioni alle importazioni di prodotti elettronici e auto.

Nulla osta, invece, ai prodotti di bellezza (controlli spariti) e zero restrizioni anche per "le importazioni parallele di alimentari, vestiti, scarpe, indumenti intimi, sapone, farmaci, borse" che, come spiegano gli esperti, non hanno limiti né di numero né sui controlli.

Insomma, si rivedranno le bancarelle e la fila per acquistare quei beni, diventati di moda in tutta la Russia, che sfoggiavano le signore per andare al cinema così come a teatro o nei luoghi della socialità. Il marchio occidentale dominava Mosca fino al 24 febbraio, adesso si è ingrigito quasi fino a sparire. Anche in questo caso, scatterà la standing ovation per il loro Zar o ci sarà forse qualche ripensamento?

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