Saipem, manca un miliardo

Bilancio in rosso per 230 milioni. Ma dal 2015 torna il profitto

Saipem, manca un miliardo

Saipem chiude in rosso per 230 milioni il 2014, lasciando i soci senza dividendi, ma stimando un ritorno all'utile già nel 2015. Anno in cui la controllata di Eni (43%) prevede profitti tra i 200 e i 300 milioni, ricavi tra 12 e 13 miliardi e un ebit tra 500 e 700 milioni. Target «a maglie larghe» per l'incertezza generata dal prezzo del petrolio, ma soprattutto dal dossier Southstream, il gasdotto russo la cui costruzione affidata a Saipem è stata sospesa a dicembre. Secondo quanto emerso dalla presentazione agli analisti, lo stop dell'opera pesa 1,25 miliardi sul 2015 come ricavi. «Le novità che attendevamo sul progetto - spiega un analista - purtroppo per ora non sono arrivate, la situazione resta dunque incerta sul fronte finanziario».

Tornando al 2014, su cui hanno pesato le svalutazioni legate al prezzo del petrolio, il gruppo ha chiuso l'anno in perdita di 230 milioni, ma con un utile netto adjusted positivo per 180 milioni su ricavi che si attestano a 12,8 miliardi, grazie al contributo dell'E&C offshore. L'ebit adjusted è tornato alla profittabilità con 465 milioni e l'ebit si è attestato a 55 milioni. I nuovi ordini sono saliti a 17,9 miliardi, da 10,06 miliardi. Quanto all'indebitamento finanziario netto, ha toccato 4,4 miliardi (da 4,7 miliardi, la prima riduzione in tre anni) e per il 2015 la società punta a ridurlo sotto i 4 miliardi «senza aumenti di capitale, ma in modo organico». Una sfida importante, anche in vista del possibile deconsolidamento del debito messo in cantiere da Eni che, a dicembre, ha invece congelato la cessione del gruppo.

Un nuovo fattore d'incertezza si profila però all'orizzonte per la galassia Eni: il rischio Libia.

Gli analisti finanziari stimano che la produzione di petrolio nel Paese sia già scesa a 180mila barili di petrolio al giorno contro i 300-350mila di fine 2014. E ora, il rischio che nell'area si vada verso un conflitto, aggiunge incertezza all'attività di Eni, presente nel Paese dal 1959, da dove importa il 24% del fabbisogno di gas italiano.

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