Sofia Fraschini
Saipem torna all'utile e rivede il dividendo dopo 7 anni. Un cambio di passo che ha sostenuto il titolo a Piazza Affari e che si accompagna ad un vero e proprio cambio di pelle. Quella che da sempre è considerata una oil services sta trasformando il proprio core business: meno petrolio e più energie alternative. Da oil services a energy (green) services, la società risanata da Stefano Cao è nel bel mezzo della transizione energetico-industriale. Un nuovo paradigma che piace al mercato che ieri ha premiato l'azione con un rialzo del 4,9% a 3,60 euro, un gran risultato nei giorni difficili della crisi dei mercati, spaventati dagli effetti del coronavirus.
Guardando ai numeri 2019, la società di San Donato ha rivisto l'utile annuo, con un risultato netto positivo per 12 milioni di euro, a fronte di una perdita precedente di 472 milioni. In crescita del 6,7% i ricavi, a 9,1 miliardi di euro, con il margine operativo lordo che è salito da 0,84 a 1,14 miliardi. Con il ritorno dell'utile, Cao ha annunciato lo storico ritorno del dividendo, una remunerazione simbolica, ma un' importante segnale dal punto di vista finanziario: agli azionisti andrà 1 centesimo per azione. Cao ha comunque precisato che "non è una proxy per una politica di dividendi futuri" e rappresenta "un elemento su cui il consiglio, se lo riterrà opportuno, potrà lavorare nel prossimo futuro".
Bene anche l'indebitamento finanziario netto, sceso da 1,2 miliardi a 472 milioni, mentre il portafoglio ordini ha raggiunto la quota record di 25 miliardi. Numeri che riflettono una situazione finanziaria risanata e sempre meno dipendente dalle fluttuazioni dell'oro nero. In merito, l'ad Stefano Cao, nel corso della conference call, ha dichiarato che sul fronte dello shopping l'azienda è "pronta a valutare eventuali opportunità, anche fuori dal segmento drilling (perforazioni)", fronte quest'ultimo su cui "ancora si è trovata una soluzione". In particolare Saipem sta guardando ai segmenti di "gas, rinnovabili e parchi eolici", soprattutto offshore. "Il profilo dell'azienda sta cambiando in maniera profonda, saremo un fornitore di servizi tecnologici per l'industria dell'energia", ha commentato Cao.
Nel 2020 l'azienda sarà impegnata su diversi segmenti di attività, come il gas, le rinnovabili e l'eolico, fermo restando che anche le attività più tradizionali devono essere perseguite e, per questo, ci aspettiamo grandi opportunità, non solo in Arabia Saudita, ma in tutto il Medio Oriente" ha aggiunto.
Cao guarda in particolare all'area del Golfo: Arabia Saudita, Oman, Qatar, Bahrein, Kuwait ed Emirati Arabi.
Quanto al suo futuro professionale, infine, l'ad non ha voluto commentare le indiscrezioni su un suo possibile ritorno alla guida dell'Eni in vista del prossimo round di rinnovo dei cda delle società partecipate dallo Stato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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