Sofia Fraschini
Salini Impregilo punta tutto sugli Stati Uniti e si prepara a sbancare il business delle infrastrutture a stelle e strisce nel quale il neo presidente Donald Trump vuole investire un trilione di dollari. Un mercato potenziale che per l'azienda italiana potrebbe valere diversi miliardi e una fetta importante dei ricavi: l'obiettivo è il 30%.
Una possibilità nata grazie alla carta giocata un anno fa. Con un tempismo definito «perfetto» dagli analisti, il gruppo si è infatti posizionato sul mercato Usa acquisendo la Lane, una delle principali aziende di costruzioni del Paese. E oggi, sulla scia dei progetti di Barack Obama e in vista del piano Trump è «al posto giusto nel momento giusto» commenta un analista. Entro il 2020 il deterioramento delle infrastrutture americane costerà 912 dollari ad ogni cittadino americano. E nel 2040 i costi potrebbero triplicarsi rispetto ai livelli del 2020. Basti pensare che ogni cittadino spende tra i 500 e i 1.000 dollari l'anno in costi extra di mantenimento delle proprie auto per il pessimo stato delle strade. Da qui l'idea - confermata anche dall'economista e consigliere di Trump, Arthur Leffer - che «il programma di Trump di investimenti in infrastrutture non sia solo possibile, ma indispensabile». Ma quali sono le premesse? A chiarirlo è stato ieri l'ad del gruppo Pietro Salini: «Nel solo mese di gennaio Lane ha raccolto, tra ordini acquisiti ed in corso di definizione, 800 milioni di dollari. Ci aspettiamo un anno record nel 2017 da Lane e dagli Stati Uniti». Si tratta in particolare di contratti in via di definizione che riguardano l'ammodernamento autostradale e che, a braccetto con il piano Trump, potrebbero rappresentare una svolta per il gruppo che negli Usa ha trovato il nuovo jolly.
«La speranza - spiega un analista di settore - è che si riesca così a compensare un rallentamento nella crescita causato dalla frenata di alcuni mercati chiave come Sudamerica e Medio Oriente, dalla grande competizione in Africa, e dal totale immobilismo dei progetti in Italia». La Lane, d'altra parte, è una delle principali imprese di costruzioni americane. Con un fatturato di circa 1,5 miliardi di dollari e 5mila impiegati, ha attività in oltre 20 Stati. È inoltre il primo contractor nel settore autostradale, il più grande produttore privato di composti bituminosi e uno dei maggiori player nel business delle partnership pubblico-privata, con il coinvolgimento in operazioni per oltre 4,4 miliardi di dollari.
Una base per ripartire dopo l'allarme sui profitti lanciato lo scorso maggio e considerando che gli analisti si aspettano un 2016 in linea
con i target. L'obiettivo della società è arrivare ad avere un rating «investment grade» e un delle strade più semplici, anche alla luce di un debito lordo di quasi 2,5 miliardi, è quello di dare una scossa al fatturato.