Salta l'accordo sugli esuberi Telecom

Bocciata la "solidarietà espansiva". Sindacati preoccupati anche per il futuro della rete

Salta l'accordo sugli esuberi Telecom

Salta l'accordo tra Telecom e i sindacati sulla riorganizzazione delle risorse umane prima del nuovo piano industriale che sarà approvato il 6 marzo. Il nodo è quello della solidarietà espansiva che l'azienda vuole utilizzare per finanziare l'assunzione di 2mila nuovi dipendenti.

La solidarietà espansiva prevede una decurtazione di 20 minuti al giorno di orario di lavoro e relativo stipendio per gli attuali dipendenti. I sindacati non sarebbero invece contrari al progetto che prevede 6.500 uscite volontarie con incentivi e prepensionamenti e 3.500 riqualificazioni professionali. Per realizzare questa strategia, che ha come finalità l'ammodernamento e la digitalizzazione del gruppo, la società avrebbe già accantonato 700 milioni. Telecom aveva chiesto ai sindacati, incontrati il 18 gennaio scorso, di arrivare a un'intesa entro fine febbraio pena la possibilità di attivare iniziative «autonome». L'accordo però non c'è stato e il prossimo incontro dovrebbe essere previsto per il 13 marzo, ossia dopo l'approvazione del piano industriale. Di qui l'allarme dei sindacati.

Senza la possibilità di attivare la solidarietà espansiva, per cui serve l'accordo, Telecom potrebbe far ricorso alla cassa integrazione promuovendo un piano di prepensionamenti. La riorganizzazione interna viene effettuata per svecchiare l'azienda che ha una età media dei dipendenti molto alta. Da sottolineare che l'ex-monopolista ha da poco nominato un nuovo responsabile delle risorse umane, Riccardo Meloni, manager con esperienze in Tim e Wind. E poi c'è il nodo dello scorporo della rete.

I sindacati hanno puntualizzato che il settore conta, da solo, 20mila dipendenti. Un asset strategico che rappresenta anche il valore di capitalizzazione della società, pari a circa 15 miliardi. E dunque l'operazione di scorporo va fatta senza indebolire la parte restante di Tim, dove comunque resterebbero impegnate circa 30 mila persone. E poi c'è l'indotto molto importante che coinvolge altri 50mila lavoratori. Per questo sul fronte della separazione della rete i sindacati hanno chiesto un tavolo che coinvolga anche il governo.

Intanto in Brasile Tim fa la pace con Oi e pianifica una alleanza. Tim e Oi, che condividono 6.251 antenne, erano da anni in causa per risarcimenti fino a 25 milioni di euro. Tim contestava i prezzi praticati dall'operatore brasiliano per il leasing di rete e reclamava sconti per presunti ritardi nell'attivazione dei sistemi. L'accordo è una notizia importante in quanto può tradursi in rilevanti sinergie sui costi. L'intesa potrebbe essere anche il primo passo sulla via dell'integrazione, anche se, secondo Banca Imi, è troppo presto per prevedere mosse di consolidamento sul mercato tlc brasiliano.

Quanto alla vendita di Persidera, imposta a Vivendi dall'Antitrust Ue, Tim deve aggiornare la commissione sugli sviluppi delle trattative. Domani scade l'offerta fatta da RaiWay e F2i per 250 milioni: Tim deve decidere ma alla svelta.

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