Salvare Alitalia costa altri 3 miliardi

Patuanelli: "Focus sul lungo raggio e il cargo". Ma il nodo resta il piano industriale

Salvare Alitalia costa altri 3 miliardi

Pioggia di denaro per la nazionalizzazione dell'Alitalia. Ieri il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha dichiarato al Senato che il capitale della newco «non potrà essere inferiore ai tre miliardi di euro», una cifra impensabile solo tre mesi fa. Ha aggiunto: «L'intenzione del governo non è l'ennesimo salvataggio ma il rilancio della compagnia di bandiera. I livelli occupazionali saranno tutelati al massimo. Il piano industriale punterà fortemente sul lungo raggio e sul settore cargo».

La newco dovrà essere in grado di volare «immediatamente non appena le fasce di mercato si apriranno, andando a conquistare mercati che oggi erano in sofferenza», approfittando quindi di una ripartenza in cui si potrà essere alla pari con i concorrenti. Patuanelli ha detto anche che «non c'è un ridimensionamento dell'azienda», infatti dovranno essere reperiti sul mercato nuovi aeromobili «visto che questo momento può essere favorevole per gli investimenti». La nuova Alitalia «non volerà da sola», ma in una seconda fase si aprirà «ad alleanze future».

Ogni tentativo recente di rilanciare Alitalia Cai, Etihad si è sempre scontrato con un dato di fatto condiviso da tutti: Alitalia è rimasta costantemente sottocapitalizzata, e questo l'ha resa debole. Oggi un governo statalista - in un momento in cui -complice gli effetti della pandemia - i miliardi sembrano quasi aver perso valore e in cui, straordinariamente, il cappio degli aiuti di Stato pare essersi sciolto - è pronto a sostenere la compagnia con una forte iniezione di capitali: proprio ciò che per tanti anni è mancato.

Ma per farne che cosa? Il punto è proprio questo: il denaro è utile quando è speso bene, altrimenti va in fumo. Alitalia ha già bruciato 13 miliardi in 12 anni (stima dell'economista Andrea Giuricin), due miliardi solo negli ultimi tre anni di amministrazione straordinaria: per quale motivo oggi, meglio capitalizzata, dovrebbe funzionare?

Patuanelli parla di un piano concentrato soprattutto sul lungo raggio, che è il più redditizio, di tempestività di reazione sui mercati per ricostruire un network, e di investimenti in flotta. Se la compagnia, come ha anticipato il commissario Giuseppe Leogrande, avrà 92 aerei, con la forza del capitale potrà ottenerli dai costruttori a prezzi molto vantaggiosi: il momento dell'acquisto di uno stock di aerei Ryanair insegna può essere una pratica finanziaria molto favorevole, diventando un guadagno e non un costo secondo la velocità di sostituzione.

Ma soprattutto, una forte dotazione di cassa può permettere di investire su nuove rotte, in particolare intercontinentali, che per un lungo periodo sono tipicamente in perdita, anche di molti milioni all'anno. Poter sostenere, con spalle larghe, questi costi di avviamento è mancato negli anni proprio per assenza di mezzi.

Naturalmente, la compagnia dovrà avere un buon piano industriale e una gestione capace: senza queste due condizioni, lo sforzo dei contribuenti sarà ancora una volta probabilmente inutile.

Positivi sulle linee tracciate dal ministro i commenti dei sindacati, soddisfatti anche per la chiusura della vertenza sulla cassa integrazione. Critici gli esperti di pensiero liberale: «Alla fine del 2019 Alitalia aveva una quota dell'8% sul mercato dei voli internazionali: non è quindi una compagnia strategica osserva ancora una volta Giuricin -.

Più che salvarla con denaro pubblico, cosa che avrà effetti distorsivi sulla concorrenza, andava sostenuta la domanda dell'intero comparto del trasporto aereo, con sgravi e detassazioni, favorendo un mercato sano e competitivo».

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