Salvare le banche e i nostri risparmi

Ha senso salvare le banche italiane che sono in grossissima difficoltà in questo momento? È la domanda che si fanno in tanti, soprattutto i risparmiatori che non capiscono quale sia la partita che si sta giocando in questi ultimi giorni dell'anno e che si sentono vittime di un sistema più grande di loro, che, per salvare se stesso, mette le mani nelle loro tasche.

Ha senso salvare le banche italiane in difficoltà? Assolutamente sì. Sì salvare le banche che hanno fatto malissimo il loro mestiere in questi ultimi anni, significa salvare i risparmi di cittadini che non possono permettersi di vivere in clima di incertezza ancor più grande di quello attuale. Perdere altre quote di risparmio sarebbe inaccettabile e genererebbe un clima di sfiducia che allungherebbe terribilmente la congiuntura negativa. È l'unico motivo per cui le banche vanno salvate, per salvare i risparmi. Ma poi cosa accadrà? Se il mondo è cambiato così tanto negli ultimi mesi, nulla sarà più come prima. Le banche che saranno salvate, rischiano di esserlo di nuovo in futuro, basta pensare ai continui aumenti di capitali richiesti agli stessi istituti. Il loro modello è superato, non solo i loro bilanci.

Se si riuscirà a rattopparne i conti in rosso di oggi non si riuscirà altrettanto facilmente a mettere a posto quelli di domani. Che le leggi di mercato facciano il loro corso. In tutto questo processo di trasformazione a rimetterci saranno sempre i clienti.

Come il proprietario di un immobile costretto a ristrutturarlo difficilmente si preoccuperà del disagio degli inquilini, così i correntisti di banche in difficoltà permanente saranno costretti a «mangiar polvere» e a vivere con i trapani nelle orecchie: contenti loro. Di questo si parlerà nel corso della trasmissione Mercati che Fare in onda sabato alle 20.30 su TgCom24.

leopoldo.gasbarro@me.com

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