San Marino al verde per salvare la sua banca

La crisi Carisp fa volare a 888 milioni il debito del Titano. Che ora studia le privatizzazioni

San Marino al verde per salvare la sua banca

I debiti fanno traballare il Titano. La più antica repubblica del mondo, quella di San Marino, deve fare i conti con un debito pubblico lievitato in un anno da 262 milioni di euro di fine 2016 agli 888 milioni al 31 dicembre 2017. Il disavanzo è 5 volte superiore rispetto a quello medio registrato negli anni precedenti con il rapporto debito/Pil passato al 61 per cento. Un macigno per uno Stato di soli 33mila abitanti.

Ad allagare il «buco» ha contribuito soprattutto l'operazione finanziaria messa in atto dal governo locale per coprire le perdite della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino (Carisp).

La relazione della Commissione di Controllo della Finanza Pubblica sull'esercizio 2017 parla di un «quadro molto preoccupante, con il degrado trasversale della posizione economica, finanziaria e patrimoniale». Il 2017 «segna il decadimento del conto finanziario registrando un disavanzo di oltre cinque volte superiore a quello registrato negli esercizi pregressi e mantenutosi sostanzialmente stabile sin dal 2013». L'analisi del patrimonio - viene aggiunto - «richiama alla gestione straordinaria perché vedrà impegnato lo Stato al ripianamento dei debiti, inevitabili per far fronte allo status quo della macchina pubblica».

Il bilancio e il livello del debito pubblico sono altamente incerti, poiché dipendono dai costi finali della ricapitalizzazione delle banche zavorrate dalle sofferenze. Attualmente nella repubblica operano sei istituti di credito (otto anni fa erano dodici), con 47 filiali e 535 dipendenti, ma si prevede un'ulteriore razionalizzazione in futuro. Il totale dell'attivo del sistema bancario nel 2017 era di 4,7 miliardi di euro e gli impieghi ammontavano a 3,1 miliardi.

«Il debito rilevato dalla commissione di controllo - ha precisato a San Marino Rtv Eva Guidi che da un mese è Segretario di Stato alle Finanze e al Bilancio - ha già sommato le svalutazioni di cassa di Risparmio nel bilancio dello Stato. Il debito pubblico effettivo senza conteggiare Cassa ammonta a 350 milioni. Il debito deve spaventare, ma ancor di più il fatto di non avere proposte. Al debito bisogna dare risposte. Una delle prime è portare il bilancio in pareggio», ha aggiunto.

La prossima settimana in Consiglio arriverà in prima

lettura il bilancio previsionale. Sono stati inseriti due articoli che recepiscono i quesiti referendari sulla convertibilità del credito d'imposta e la gestione delle reti e infrastrutture per i servizi pubblici del Titano.

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