La scalata a Telecom «costa» 1,3 miliardi ai francesi di Vivendi

È la minusvalenza, a fine giugno, sul 25%. Per Parigi si complica la guerra a Mediaset

Cinzia Meoni

Italia amara per i francesi di Vivendi che, nel bel mezzo della guerra con Mediaset conseguente al voltafaccia sull'acquisto della pay tv Premium, si trova a fronteggiare le minusvalenze e grattacapi frutto della campagna di espansione condotta nella Penisola negli ultimi anni. A giugno infatti, il 24,7% detenuto da Vivendi in Telecom Italia (-0,8% a 0,8 euro ieri in Borsa), di cui è il primo azionista, aveva registrato una minusvalenza potenziale di 1,3 miliardi. Lo specifica lo stesso gruppo presieduto dal finanziere Vincent Bollorè nella relazione alla semestrale, su cui peraltro pesano anche le difficoltà della tv transalpina Canal Plus.

In questi ultimi due mesi, tuttavia lo «scarto» di Vivendi su Telecom Italia si è ridotto a 1,07 miliardi grazie al recupero innescato dal nuovo corso inaugurato dall'ad Flavio Cattaneo (alla guida del gruppo dallo scorso marzo) accanto al presidente Giuseppe Recchi. Anche per questo, in vista delle prospettive di sviluppo di Telecom, Vivendi ha deciso di non svalutare la partecipazione nella società italiana a bilancio (1,1147 euro per azione): giovedì è in agenda una conferenza stampa in cui Telecom presenterà la nuova offerta.

La grana tuttavia che potrebbe costare molto cara al «corsaro» Bollorè, (il copyright è di François Hollande), è proprio quella con il gruppo Fininvest. Il conto sulla retromarcia dei francesi in merito all'acquisto di Premium, pay tv di Mediaset (-0,7% a 2,8 euro), potrebbe costare a Vivendi fino a 2 miliardi solo per soddisfare le richieste del Biscione in caso di mancata esecuzione del contratto. Sempre che altri azionisti di Mediaset non decidano di seguire l'esempio della cassaforte dei Berlusconi intervenendo nel procedimento legale. Il gruppo francese peraltro, nella relazione alla semestrale del 25 agosto, ha specificato di non aver ancora ricevuto notifica dell'atto di citazione con cui Mediaset chiedeva l'esecuzione del contratto e i danni arrecati dal ritardo adempimento.

Sul mercato nel frattempo proseguono le girandole di ipotesi su possibili nuovi ingressi nell'azionariato di Premium che possano portare a una svolta dello stallo anche se, finora, Mediaset e Fininvest sono state molto chiare in merito: l'esecuzione del contratto di aprile è pregiudiziale ad ogni eventuale ulteriore accordo.

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