Scatta la minimum tax: cosa è e chi la deve pagare

La speranza dei sostenitori dell'accordo resta quella di concludere l'iter entro il 2023

Scatta la minimum tax: cosa è e chi la deve pagare

Il G20 di Roma è il punto di partenza dell'introduzione della minimum tax. L'imposta "globale", tramite un'aliquota fiscale minima, dovrebbe sottoporre a tassazione le multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro/890 milioni di dollari.

Le grandi aziende, tra cui Google, Facebook, Amazon e Apple, potrebbero essere dunque tenute a pagare la tassa nei Paesi in cui sono attivi e fanno affari. L'accordo è sostenuto dai 136 membri dell'Ocse/G20: sarà ora compito dell'Inclusive framework on Base erosion and profit shifting quello di definire gli strumenti giuridici per attuare il piano entro il 2023.

Punto primo dell'accordo è quindi la riallocazione dei diritti di tassazione delle multinazionali che generano maggiori profitti: il 25% dei profitti eccedenti il 10% dei ricavi di tali grandi aziende sarà allocato nelle giurisdizioni di mercato in cui esse superano una data soglia di entrate. Le grandi società pagheranno le imposte nel Paese in cui sono localizzati i beni e le attività che producono reddito: ciò significa che pagheranno le tasse anche se non saranno fisicamente presenti sul territorio.

La minimum tax prevede inoltre che, dopo la sua introduzione, decadano le digital tax/web tax e non possano più essere introdotte in futuro delle nuove imposte di questo genere. Italia, Austria, Francia, Regno Unito e Spagna sono pronte ad allinearsi immediatamente alle nuove direttive: le imposte esistenti sui servizi digitali, quindi, sposeranno le nuove regole internazionali. Secondo quanto riportato da "Il Messaggero", gli Usa dovrebbero porre fine alle sanzioni commerciali adottate nei confronti dei sopra citati Stati dallo Us trade representative.

Punto secondo dell'accordo è quello che dovrebbe prevedere la tassazione minima del 15% sugli utili delle multinazionali, applicata nei Paesi in cui esse generano profitto. La stima, per quanto riguarda l'Italia, parla di 30,3 miliardi di euro. Secondo un report di Mediobanca, le multinazionali digitali si agganciano tradizionalmente ai paradisi fiscali: quelle cinesi hanno sede legale nelle Isole Cayman, quelle statunitensi, tranne Microsoft, hanno sede legale nel Delaware.

"Un recente studio mostra come una tassa per le corporation al 15%, dallo zero di oggi, porterebbe ad almeno 60 miliardi in più di entrate fiscali solo negli Stati Uniti", ha dichiarato un funzionario della Casa Bianca in una riunione che ha preceduto il G20. "Questo naturalmente aiuterebbe a realizzare la storia agenda del presidente Biden, Build Back Better Agenda, per creare posti di lavoro ben pagati e combattere la crisi climatica", ha concluso.

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