Scontro tra soci Telecom Bernabè respinge Fossati

Scontro tra soci Telecom Bernabè respinge Fossati

Tempi duri per Telecom Italia. Tanto che l'assemblea del prossimo 17 aprile non si prospetta facile per il presidente Franco Bernabè e i suoi manager. Per le rimostranze dei soci, in primo luogo quelle esplicite di Marco Fossati che tramite Findim controlla il 5% del capitale dietro a Telco, la scatola che raccoglie la quota di maggioranza nelle mani di Intesa Sanpaolo, Generali, Mediobanca e Telefonica. Fossati ha inviato una lettera a Telecom in cui chiede di integrare il cda e modificare lo statuto che oggi garantisce alla maggioranza i 4/5 del board. L'obiettivo di Fossati è quello di arrivare a un cda che rifletta in modo proporzionale i pesi nel capitale e avere accesso lui stesso alla stanza dei bottoni di Telecom, da cui è invece ora escluso. Bernabè, nella lettera di risposta, in cui ribadisce che la questione non è di competenza dell'assemblea, ha comunque assicurato che i temi proposti, oltre alla rappresentanza anche la Golden Share che rende la società difficilmente contendibile, «saranno portati all'attenzione del comitato di controllo come pure del cda per una discussione collegiale». Findim però non è soddisfatta e ha replicato che «il presidente esecutivo, senza investire della questione il consiglio, avvalendosi di argomenti di carattere formalistico si sottrae al confronto e priva i soci del loro potere di indirizzo». La mossa di Findim segnala comunque il crescente malumore e sfiducia dei soci nei confronti del management del gruppo Telecom.
E Fossati, dato che le prime rimostranze le ha fatte la settimana scorsa dopo un incontro in Mediobanca, potrebbe essere stato scelto come portavoce dello scontento. Il titolo inoltre ha molto sofferto in Borsa soprattutto nell'ultima settimana (-10% circa) anche a causa dello stallo di governo che blocca la possibile cessione della rete fissa alla Cassa Depositi e Prestiti. Ma, secondo chi ha letto la missiva di Fossati a Telecom, nella lettera sarebbe espresso disappunto anche per la mancanza di un vero piano industriale di rilancio, tanto che le attività domestiche della società sono sempre in contrazione. Problematiche rilevate anche da Asati, l'associazione dei piccoli azionisti. Il piano industriale infatti, per recuperare profitti, si limita al taglio dei costi, senza vere strategie di rilancio. Un timore che trova conferma nei fatti. Ieri Telecom ha raggiunto con i sindacato un accordo ristrutturazione basato su 3mila esuberi: 2.500 avranno contratti di solidarietà altri 500 andranno in pensione.


In cambio, hanno spiegato i sindacati, è stata evitata la trasformazione del customer care, cioè i servizi al cliente, in società ad hoc come invece era stato chiesto da Telecom. La tregua però ha breve durata: la società si è impegnata a non vendere nè societarizzare la divisione solo fino al 2014.

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