La scure dei tagli sulla casta di Bipiemme

Basta Mercedes e Bmw di alta gamma nel garage della Banca Popolare di Milano:l'amministratore delegato Piero Montani, d'intesa con il presidente Andrea Bonomi, vara la sua «spending review», puntando il dito su uno dei nervi scoperti dell'istitito cooperativo: tra il 2009 e il 2010, in piena presidenza Ponzellini, stavano infatti per entrare a far parte della «collezione» aziendale alcune Porsche Cayenne. Gli ordini, già firmati, erano stati annullati all'ultimo, davanti all'infuriare delle polemiche vista la sproporzione tra i costi e il già non florido momento di mercato per il settore bancario. All'epoca il cda aveva approvato all'unanimità l'assegnazione di vetture «ad uso promiscuo», demandando alla direzione la definizione dei dettagli, poi in realtà mai fissati, lasciando così campo libero ai desideri dei dirigenti.
A calibrare la spending review di Piazza Meda sarà Bain & Co, che ha ricevuto mandato per completare l'analisi dei costi. La manovra fa parte del taglio delle spese ammimistrative da 308 a 272 milioni (-12%) previsto dal piano industriale, insieme alla riduzione dei costi del personale. L'obiettivo è abbattere il cost-income. Pochi sanno che sui 130 dirigenti della banca, 90 sono inquadrati come «leggeri» e quindi, malgrado gli stipendi siano tondi, non rischiano ogni giorno il posto di lavoro. «Le ordinarie attività di contenimento delle spese amministrative non sono più sufficienti per raggiungere gli obiettivi prefissati», mette in chiaro la banca in un documento interno di cui il Giornale è entrato in possesso. Da qui l'esigenza di «operare in discontinuità con il passato», procedendo con azioni strutturate di revisione della spesa di gruppo, con «la revisione di policy interne, con interventi di razionalizzazione, irrobustimento e omogeneizzazione dei processi e degli strumenti utilizzati per il governo della spesa del gruppo», così da rendere stabili i benefici.
La cura dimagrante, approvata pochi giorni fa dal consiglio di gestione, si svilupperà fino a metà 2014. Tre le macro-aree di intervento individuate, a partire da quella classificata come «policy aziendali»: ricadono qui i 1.800 cellulari attualmente concessi in uso ai dipendenti, ai circa mille in carico alla rete (700 sono per i direttori di filiale) si sommano infatti gli apparecchi che squillano nella sede centrale nelle giacche di responsabili di settore e dirigenti sindacali. Colpo d'accetta anche alle 70 auto aziendali (per lo più Mercedes e Bmw del segmento premium- come la «Classe E» e la «Serie 5»): la banca verificherà i criteri di assegnazione, con l'obiettivo di ridurre il numero delle vetture, abbassare il costo massimo dei modelli disponibili e la loro cilindrata; previsto infine l'allungamento del contratto d'uso da 3 a 5 anni. Montani vuole poi ottimizzare gli spazi della banca, riducendo la metratura degli uffici ed eliminando le duplicazioni tra Piazza Meda e via Bezzi.

Allo stesso modo saranno rinegoziaziati i contratti per servizi, si cercherà di risparmiare su viaggi, spese di rappresentanza, omaggi natalizi e bollette della luce. Prosegue, intanto, tra qualche schiarita, il braccio di ferro tra il responsabile delle Risorse umane Giovanni Rossi e i sindacati sui 700 esuberi previsti dal piano industriale.

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