«Se Bpm è sana la Spa non serve Ci sarà ricambio nella gestione»

La Bpm del candidato presidente Piero Giarda (in foto) poggia su due priorità: il miglioramento della redditività per salvare la cooperativa e la discontinuità rispetto alla gestione Bonomi. «Nessuno degli attuali componenti del cdg sarà considerato per le posizioni di presidente e di ad», ha chiarito Giarda dicendosi però «certo» che sarà trovato un accordo con la Investindustrial di Andrea Bonomi (lo statuto richiede l'assenso e di un consigliere dei fondi).
Se Bpm recupera «redditività», non ci sarà «mai occasione» di discutere con Bankitalia di un passaggio alla Spa, perché la forma cooperativa non sarà più un problema per nessuno», ha poi assicurato Giarda, con una velata stoccata alla linea Bonomi. In ogni caso l'ex ministro cercherà di non cambiare lo statuto e, con eleganza inglese, chiede il fair play all'avversario Piero Lonardi: l'assemblea è il 21 dicembre.

Quanto al caso di Ezio Mario Simonelli (vice di Lonardi e segnalato dalla Vigilanza interna a Bpm perché indirettamente interessato a un'indagine della Gdf per un conto Bpm intestato alla società Arte & Design, partecipata dalla moglie), Giarda ha detto che «sarebbe preferibile che i consiglieri non avessero nemmeno un conto corrente in banca così da non avere rischi potenziali con il proprio ruolo». «L'importante è il rispetto della legge», ha ribattuto Simonelli, invitando Consob a fare «chiarezza» sull'esistenza di accordi parasociali volti a garantire la continuità del cdg.

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