Sugli aeroporti lombardi si sta giocando una delicata battaglia politica nel nome di nuove sinergie per Linate, Malpensa e Orio al Serio (Bergamo); la strada avviata è quella di una possibile integrazione tra la Sea, che gestisce i primi due scali, e la Sacbo, che gestisce Orio. L'intento di intraprendere una via comune è stato annunciato a inizio estate e ieri il professor Stefano Paleari, ex rettore dell'università di Bergamo, ha presentato ai due cda uno studio che indica le premesse macroeconomiche e una serie di benefici per i soggetti interessati. Un comunicato ha riferito che i due consigli «hanno riconosciuto la validità della prospettiva indicata e hanno così dato mandato ai presidenti (Pietro Modiano, Sea, e Miro Radici, Sacbo, ndr) di valutare con gli azionisti le possibili soluzioni per rendere operativo il processo d'integrazione».
Il nuovo soggetto sarebbe in linea con il Piano nazionale degli aeroporti, che favorisce l'integrazione tra società, avrebbe dimensioni europee, analoghe a quelle di Aeroporti di Roma, potrebbe redistribuire parte del traffico andando a colmare gli eccessi di capacità presenti a Malpensa, e renderebbe più gestibile l'asse Linate-Orio. Vantaggi anche per gli investimenti, per la redditività, per il servizio ai passeggeri e per una diminuzione del rischio d'impresa, dovuto in particolare alla maggiore diversificazione. La nuova aggregazione nascerebbe con 36 milioni di passeggeri, 830 milioni di fatturato e utili per 60 milioni.
Questa fase è dedicata alla creazione del consenso. Gli aeroporti, specie nelle città più piccole e con nel capitale soci pubblici, sono bandiere difficili da ammainare; e un'integrazione Milano-Bergamo è molto sbilanciata perché, stando ai fatturati, la Sea vale 7 volte la Sacbo. Così la diplomazia oggi è il principale strumento per cercare di unire le due realtà. Miro Radici, presidente Sacbo, ha promesso al suo maggior cliente, Michael O' Leary (Ryanair) che «Sacbo resterà autonoma anche se andrà a nozze con Sea». Possibile? Un'integrazione non esalta certo le autonomia. E O'Leary ha subito replicato: «Se le due società si rafforzano e pensano di alzare le tariffe, noi ce ne andiamo». Da credergli: lo ha già fatto altrove. E per Bergamo sarebbe un disastro, visto che Ryanair rappresenta l'80% della sua attività (e qui si capisce perché lo studio parli di diversificazione del rischio). Tanto per cominciare, Ryanair ha annunciato 28 voli settimanali da Malpensa.
Nessuna volontà di concorrenza, assicura O'Leary: «Ce l'hanno chiesto loro perché vogliono crescere». Ma, sebbene molti leggano la mossa di Ryanair, proprio ora, come una coincidenza, non c'è dubbio che questo sia un elemento esterno alla trattativa non privo di peso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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