Quello che doveva essere il più importante collocamento in Borsa del 2012 ha fatto flop. La Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi di Linate e Malpensa, ieri ha dovuto prendere atto dello scarso interesse dimostrato dagli investitori per le azioni offerte, e trarne le conseguenze: niente listino di Piazza Affari. Troppo basso il livello delle prenotazioni, circa il 40% delle quote disponibili; troppo poco per fissare un prezzo che potesse accontentare i vari soggetti interessati: il Comune di Milano, che con l'Ipo si sarebbe diluito, scendendo dal 54% al 48%; ma soprattutto la Provincia di Milano, che aveva messo in vendita l'intero pacchetto del 14,5% per far quadrare il bilancio e il socio F2i, il fondo di Vito Gamberale che lo scorso anno aveva acquistato il 29,75% di una Sea allora stimata da Kpmg 1,3 miliardi, e che oggi rischiava di vedersi attribuire un valore di 800 milioni. La stessa Sea aveva, ovviamente, interesse a un prezzo più elevato, perché la parte in aumento di capitale avrebbe portato mezzi freschi nelle casse della società. Questo denaro avrebbe (seppur non simmetricamente) contribuito allo stacco della cedola straordinaria da 147 milioni decisa soprattutto per finanziare il Comune di Milano; il dividendo sarà pagato lo stesso e la società vi farà fronte con linee di credito. Il consiglio della Sea, che ha preso atto della situazione, è cominciato dopo le 18 di ieri e ha attribuito l'insuccesso all'atteggiamento proprio del socio di minoranza F2i, che nelle ultime settimane ha contestato alcuni punti del prospetto informativo, ottenendo un'integrazione. L'evidenza di conflitti all'interno della società sicuramente ha vanificato molti sforzi di promozione e allarmato i possibili investitori, specie all'estero, perché gli scontri tra soci non fanno mai bene alle aziende. Il cda ha dunque deciso di presentare un esposto alla Consob contro F2i, accusata di aver ostacolato l'Ipo. Che dice no allo scaricabarile: «Abbiamo rispettato le regole ed abbiamo impedito un'illegalità». Il board di Sea ha comunque dato mandato al presidente Giuseppe Bonomi «di compiere ogni atto necessario alla tutela dell'azienda».
La Provincia di Milano, tramite la holding Asam, ha invece deciso di avviare la cessione del 14,56% detenuto in Sea, originariamente conferito al collocamento in Borsa, tramite un'asta pubblica.
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