Le grane per il gruppo Cir non finiscono con Sorgenia. Il futuro della holding della famiglia De Benedetti - che si estende dall'editoria al settore auto - non è infatti dei più rosei. E questo, nonostante la via d'uscita trovata sulla questione energetica: la cessione del gruppo, gravato da 1,8 miliardi di debiti e perdite per oltre 780 milioni, a un pool di banche. Guardando ai numeri dei primi nove mesi di Cir (l'utile dimezzato e i ricavi in calo), è chiaro che per l'Ingegnere (presidente onorario) e il figlio Rodolfo, ci sono nuove grane all'orizzonte. In particolare, per gli analisti la galassia Cir «è ancora troppo concentrata in Italia e dovrebbe mettere mano al portafogli (per altro arricchito del «tesoretto» del Lodo Mondadori) per nuovi investimenti che aiutino la diversificazione».
Diversificazione che al momento stenta a decollare, così come il mercato editoriale in cui opera uno dei business chiave della holding, il Gruppo L'Espresso (controllato al 55,9%), che ha chiuso i primi 9 mesi con ricavi in calo dell'8% a 471 milioni, un risultato netto a 4,6 milioni (da 4,5) e un ebitda a 41,5 milioni (da 38,4). Numeri condizionati dalla crisi dell'editoria e da un calo degli investimenti pubblicitari che hanno pesato, a ritroso, sui nove mesi di Cir e in particolare sul fatturato, calato a 1,78 miliardi (-1,5%). Fuori dai confini nazionali, preoccupa anche Sogefi (57,2%), in particolare per la debolezza in America Latina e per l'incertezza generata dall'uscita di scena del ceo Guglielmo Fiocchi. Il gruppo che produce filtri, sistemi aria-motore e sospensioni ha registrato un rosso di 5,8 milioni (da un utile di 23), ricavi stabili nei 9 mesi (1,01 miliardi), ma margini in forte calo a 80,8 milioni (-25,5%) per la debolezza del mercato sudamericano.
Unica consolazione resta il business socio-assistenziale di Kos (51,3%) con un utile di 10,1 milioni. Troppo poco, però, per gli analisti, perché Cir «sia supportata da un adeguato flusso di dividendi». E così, dopo il rosso 2013 (270 milioni), la holding si avvia a chiudere l'anno annunciando che sul risultato netto «incideranno oneri non ricorrenti per 16,5 milioni per il riacquisto delle obbligazioni Notes 2024». Un quadro che va sommato a quello dei nove mesi, licenziato ieri dal cda, e che ha visto un utile dimezzato a 5,4 milioni (da 10,7).
Numeri difficili da confrontare visto che i due esercizi non sono omogenei: Sorgenia è attività destinata a essere ceduta ed è conteggiata
sull'utile, ma non sulle altre voci. Così, per ora, non è bastato l'annuncio di un piano d'acquisto di azioni proprie. Cir, nel giorno dei conti, ha chiuso la seduta a 0,79 euro (-0,45%), i minimi dall'aprile dello scorso anno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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