Sofferenze in calo a giugno Le banche tirano il fiato

I deteriorati scendono a 198 miliardi, ma Atlante 2 da solo non basta. E il salvataggio è costato 12 miliardi

Cinzia Meoni

Le sofferenze bancarie sono in calo a giugno per la prima volta da mesi. Lo dice il supplemento al bollettino statistico «Moneta e Banche» pubblicato ieri da Bankitalia. Si tratta di un segnale incoraggiante per uno dei principali problemi del sistema bancario italiano: una montagna di partite deteriorate prossime alla procedura esecutiva che rischia di soffocare la crescita. La strada da percorrere per le banche italiane è tuttavia ancora lunga. Nonostante le diverse operazioni di sistema effettuate negli ultimi mesi, compresa la costituzione di un fondo apposito, Atlante 2, delegato all'assorbimento dei non performing loan (npl), la soluzione del problema è lontana.

Più in dettaglio, a giugno le sofferenze in carico al sistema bancario si sono attestate a 197,9 miliardi di euro, in calo rispetto ai 199,9 miliardi registrati a maggio. Il valore di realizzo iscritto a bilancio è pari a 83,7 miliardi, dagli 84,9 del mese precedente. La frenata di giugno ha portato a un rallentamento del tasso di crescita su base annuale delle sofferenze pari all'1,1% (dal +3,2% registrato di maggio) o, tenendo conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci, a una crescita su base annuale del 12,5% (dal +13,6% di maggio).

La virata fa ben sperare gli esperti, anche se è bene rimanere con i piedi per terra: le sofferenze, comunque sia, sono molto ingenti. Non basta neppure Atlante 2, il veicolo promosso dal sistema per assorbire prima di tutto un pacchetto da 27 miliardi di crediti deteriorati che pesa su Mps e, in un momento successivo, eventuali altri pacchetti di npl di istituti di credito in situazioni critiche. Si consideri che, stando alle stime degli analisti di Banca Imi, una volta raggiunti gli obiettivi di raccolta (2,5-3 miliardi per fine settembre e 3-3,5 miliardi per luglio 2017), Atlante 2 avrebbe spazio di intervento nei processi di cartolarizzazione fino a 37-56 miliardi di crediti deteriorati. Quest'ultimo è un dato superiore rispetto all'impegno previsto in Mps, ma comunque ben lontano dal risolvere le necessità del sistema bancario italiano. Banca Imi non fornisce nel dettaglio spiegazioni su simili stime. In ogni caso, scorrendo la presentazione Atlante 1 (il fondo che ha salvato Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza), si legge che l'effetto leva nelle operazioni di cartolarizzazione degli npl è compreso tra le 7 e le 10 volte a seconda dell'operazione, delle condizioni di mercato e dei portafogli presi in considerazione. Anche con un simile «moltiplicatore», quindi, Atlante 2 non basta.

Lunedì è stata annunciato l'avvio di operatività di Atlante 2 dopo che la raccolta aveva superato la soglia minima di 1,7 miliardi. Tra gli aderenti vi è lo stesso Atlante 1, Sga (bad bank di Banco Napoli) per 450 milioni, Cdp per 200-250 milioni, Unipol per 100 milioni, Generali Poste Vita per 200 milioni ciascuno, Unicredit e Intesa Sanpaolo per circa 300 milioni complessivi, Banca Mediolanum 10 milioni e Mediobanca per circa 50 milioni. Un parterre di primo piano. Il fondo è solo l'ultimo di una serie di interventi promossi dal sistema a sostegno delle banche.

Tra Atlante 1, Atlante 2 e la creazione delle bad bank per la pulizia dei bilanci di Banca Marche, Pop Etruria, CariFerrara e CariChieti, la stampella destinata al comparto bancario ammonta a 12 miliardi. Quanto la capitalizzazione attuale di Unicredit.

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