La «spa» finisce in freezer e Bpm cade in Borsa (-9%)

La quasi certezza che il «progetto spa» sarà sospeso equivale a una sassata nei vetri della Banca Popolare di Milano. In difficoltà fin dalla mattinata, il titolo in chiusura è caduto dell'8,93% a 46 centesimi, appesantito dai report degli analisti di Equita, Exane e Intermonte.
La decisione sarà ufficializzata entro martedì prossimo, quando il consiglio di gestione sarà chiamato ad approvare la trimestrale. Una verifica è comunque in agenda già nel Cdg di questa mattina, seguito nel pomeriggio da una riunione della sorveglianza: il presidente Andrea Bonomi esporrà le ragioni del passo indietro sulla «spa», sostanzialmente dovuto al muro alzato dai sindacati e dall'«avvertimento» ricevuto dall'assemblea che a fine aprile ha bocciato il voto a distanza, dimostrando di fatto la ritrovata forza dei dipendenti-soci.
In realtà Piazza Meda è tutto un brulicare di sondaggi e verifiche informali per mettere mano perlomeno alla governance e assicurare così la priorità dell'aumento di capitale da 500 milioni, necessario al rimborso dei Tremonti-bond prima che scatti il rincaro degli interessi.
Il tempo per modificare lo statuto stringe, visto il relativo passaggio di Bankitalia e la necessità di cambiare l'ordine del giorno dell'assemblea di fine giugno. Bonomi avrebbe comunque già avviato i sondaggi tra le sigle interne, da cui sarebbe partita la richiesta di proseguire il ragionamento a livello di primo tavolo sindacale. Come segno di «distensione», pochi giorni fa il capo di Investindustrial ha inoltre sospeso il mandato affidato all'americana Georgeson nell'intento di sensibilizzare i soci esterni e quindi «armarli» in vista dell'assise.
L'obiettivo di Bonomi appare comunque quello di alzare lo steccato che già separa manager e soci nell'attuale modello duale: il cdg potrebbe allargarsi mentre sorte inversa avrebbe il cds. Bpm sarebbe infatti alla ricerca di un nuovo equilibrio di «visibilità» tra le differenti categorie di stakeholder, così da ridurre il peso dei dipendenti-soci e proseguire sul cammino di rinnovamento intrapreso con l'arrivo di Bonomi e la successiva auto-distruzione dell'Associazione Amici, l'organismo «politico» che per anni aveva fatto da stanza di compensazione tra la base e il vecchio cda. Ognuno dei soggetti interessati continua comunque a lavorare sul proprio progetto, a partire dai tre esponenti che poche settimane fa avevano presentato al cds il «piano Idea», imperniato sul mantenimento della cooperativa. L'esito era stato un forte scontro con la gestione e ancora oggi ci sarebbero tensioni.
Tra gli advisor chiamati a dare il proprio contributo di idee al «cantiere Bpm» ci sarebbe anche l'economista Giulio Sapelli, storicamente vicino alla Fiba di Giuseppe Gallo.

L'annuncio del «progetto Spa» da parte di Bonomi aveva ridato forza al titolo Bpm (58 il massimo del 19 febbraio contro i minimi storici di settembre pari a 25 cent) ma a questo punto tutto riparte da capo. Insieme al previsto premio per i dipendenti-soci.

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