Spagna pronta all'Sos e i mercati fanno festa

Spagna pronta all'Sos e i mercati fanno festa

Spagna, il dado è (quasi) tratto. E le Borse festeggiano. Dopo continui tentennamenti, Madrid sembra aver trovato l'escamotage indolore per chiedere aiuto, senza cioè dover passare sotto le forche caudine delle condizionalità previste per avere accesso al fondo salva-Stati Esm. Il governo di Mariano Rajoy, stando al tam-tam delle indiscrezioni, vorrebbe infatti ottenere una linea di credito precauzionale da 50 miliardi di euro, in modo da rispettare le condizioni per attivare l'acquisto di bond da parte della Bce. In cambio, il Paese iberico accetterebbe di sottoscrivere un memorandum d'intenti light, senza ulteriori misure correttive.
Se sarà così, verrà meno un elemento di incertezza che ha condizionato i mercati. Che, non a caso, hanno accolto ieri queste indiscrezioni con sollievo. Forti i rialzi dei listini, con Madrid (+3,41%) in testa al gruppo seguita da Milano (+2,53%), grazie anche al buon esito dell'asta con cui la Spagna ha collocato titoli a 12 e 18 mesi per 4,8 miliardi a tassi in calo. Così si è ridotta la pressione sugli spread: quello tra Btp e Bund è sceso sotto i 340 punti, ai minimi da sei mesi; quello sui Bonos è scivolato a quota 427 punti. Insomma, una ventata di ottimismo, (anche se l'agenzia di rating Moody's ha confermato il rating Baa3 della Spagna con outlook negativo) corroborata dal positivo andamento di Wall Street in scia alle trimestrali di Goldman Sachs e Coca-Cola e al rialzo di Citigroup nonostante le dimissioni dell'ad Vikram Pandit. La causa? Si sospetta di uno scontro con il cda in seguito alla maxi-svalutazione di Smith Barney e al downgrade subìto da Moody's.
Per ottenere la linea di credito, la Spagna ha tuttavia bisogno del «sì» della Germania. Ieri sembrava che da Berlino fosse arrivata un'apertura in tal senso grazie alle parole di Norbert Barthle, portavoce al bilancio della Cdu. A mercati chiusi, però, lo stesso Barthle è intervenuto per precisare di essere stato «mal interpretato». Il dossier spagnolo rischia quindi di costituire un ulteriore problema per il vertice Ue di domani e dopodomani. Un summit caricato di aspettative eccessive, visto che anche il nodo greco non è stato ancora sciolto. Anzi, ieri si era diffusa la notizia (poi smentita) di un brusco stop nelle trattative tra il governo Samaras e la troika Ue-Bce-Fmi sulla questione relativa al taglio di 150mila statali entro il 2015.
I leader europei arrivano al rendez-vous nella capitale belga divisi su molti punti cruciali. Sugli Eurobond, per esempio, si rinnova il duello tra Francia e Germania. Berlino vorrebbe un commissario al Bilancio, con poteri di ingerenza sui conti nazionali. Proposta respinta al mittente da Bruxelles. Altro capitolo spinoso, la Bce.

I tedeschi intendono mettere in discussione l'attuale sistema di voto pro capite nel board dell'Eurotower, mentre l'Olanda ritiene che non ci siano le condizioni per attribuire alla banca centrale i compiti di super-vigilanza bancaria, passo indispensabile per permettere all'Esm di ricapitalizzare gli istituti di credito.

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