Spettro tagli in Volkswagen Ma il gruppo smentisce tutto

Voci su oltre 10mila esuberi. Cambia la struttura sviluppo

Pierluigi BonoraA Wolfbsurg, chi lavora nel Gruppo Volkswagen non si fa problemi a dire che «la tempesta non è passata», mentre nel resto della Germania agguerriti studi legali, che intravedono nel «dieselgate» un'importante occasione di business, cercano di convincere gli automobilisti a non far riparare la vettura, bensì di passare alle carte da bollo. La situazione, dunque, resta molto tesa, soprattutto dopo che ieri Manager Magazin, citando fonti vicine all'azienda, ha parlato di circa 10mila posti in bilico (oltre ai 7mila interinali).L'indiscrezione, prontamente smentita dal gruppo, si baserebbe sulla volontà di Herbert Diess, responsabile della marca Volkswagen, di aumentare già da ora l'efficienza del 10%. E sempre il manager, come riporta il media tedesco, avrebbe anche detto che, avanti di questo passo, nel 2018 sarà un problema rispettare i piani di risparmi previsti. La situazione è sempre più ingarbugliata. E a tremare sarebbero soprattutto i lavoratori delle fabbriche di componenti, che fanno capo al gruppo, nel mirino in quanto operano a costi troppo elevati rispetto alla concorrenza.Intanto, Diess ha riorganizzato la struttura per lo sviluppo dei veicoli con il marchio Volkswagen.

Quattro le categorie individuate: «Small» (piccole dimensioni e Suv compatti), «Compact» (categoria Golf), «Midsize» e «Fullsize» (si spazia da Passat a Touareg, passando per il futuro Suv di medie dimensioni), «Bev» (veicoli 100% elettrici).

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