Spunta il jolly del Portafoglio permanente

La parola chiave è «diversificare» tra oro, azioni e bond. Dal 2005 a oggi ha reso il 4,9% l'anno

Si chiama Portafoglio permanente (o, anche, perpetuo) e può rappresentare un'alternativa ai fondi pensione semplice e dai costi ridotti. L'ideatore è l'analista finanziario americano Harry Browne che, nei suoi studi dedicati a come diversificare il portafoglio per renderlo il più robusto e semplice possibile per poter navigare in tutti i contesti di mercato, ha individuato quattro segmenti di investimento.

La versione semplificata del portafoglio perpetuo di Browne prevede un 25% di azioni (indice S&P 500), un 25% di oro, un 25% di titoli di Stato Usa a lungo termine, e il restante 25% in strumenti di liquidità. La versione europea di questo portafoglio perpetuo può essere tradotta in 25% azioni indice Eurostoxx 50, un 25% in oro, un 25% in titoli di Stato della zona euro e un 25% in Ctz. Questo portafoglio è basato sull'idea che nel lungo periodo il vero punto di forza per generare rendimenti positivi con oscillazioni non eccessive sta nella diversificazione. Scegliendo asset class molto differenti tra di loro per il comportamento che storicamente hanno avuto nei diversi contesti di mercato, è possibile realizzare buoni rendimenti senza dover inseguire i movimenti dei mercati riuscendo a limitare i rischi di forti ribassi azionari e, nel contempo, essere ben posizionati in modo da sfruttare le fasi rialziste. Tra i tanti vantaggi che questo portafoglio garantisce ce ne sono tre di assoluto rilievo. Innanzitutto è possibile metterlo in pratica in modo semplice: bastano tre etf, rispettivamente, per l'Eurostoxx 50, per l'indice Jpm Emu dei titoli di Stato euro e per l'oro, il Ctz. Poi ci sono i costi molto ridotti: gli etf hanno, infatti, costi annui tra lo 0,1% e lo 0,50%. Inoltre non è difficile da mantenere nel tempo: senza complicarsi troppo la vita è sufficiente che una volta l'anno si ristabiliscano le proporzioni iniziale (25% ciascuna) per le quattro asset class iniziali. Ma come si sarebbe comportato questo portafoglio negli ultimi 10 anni? Il suo rendimento medio annuo dal settembre 2005 al settembre 2015 sarebbe stato del +4,87% contro il +3,66% dei fondi pensione negoziali ma con una volatilità (oscillazione del valore del portafoglio) del 7,2% contro il 3% medio dei fondi pensione negoziali. Quindi, accettando un profilo di rischio superiore a quello tipico di un fondo pensione, si sarebbe potuto ottenere un rendimento annuo superiore di 1,2 punti percentuali.

Un'altra differenza da mettere nel conto è poi che l'adesione ai fondi pensione permette di beneficiare del contributo gratuito del datore di lavoro (tra l'1% e il 2% dello stipendio del lavoratore) e di disporre fino ad un massimo del 75% del capitale accumulato solo in casi particolari (come per esempio un'operazione chirurgica non coperta dal servizio sanitario oppure, dopo almeno 8 anni di iscrizione, per l'acquisto della prima casa per i figli): il capitale accumulato con un portafoglio perpetuo è, invece, sempre disponibile al 100% ma non usufruisce dei contributi gratuiti dell'azienda.

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