Stati Uniti La crisi morde meno, ma continua l’emorragia di posti di lavoro

La recessione negli Stati Uniti sembra essersi attenuata, ma l’economia continua a perdere posti di lavoro. Ieri il governo americano ha comunicato infatti un’inattesa revisione al rialzo del Pil nel secondo trimestre, in calo dello 0,7% rispetto al meno 1% della prima lettura. Questo dato fa pensare che nel terzo trimestre l’economia stia in effetti crescendo di nuovo, fino al 3% secondo molti economisti. Il grave problema della disoccupazione resta tuttavia irrisolto. Il settore privato in settembre ha infatti perduto altri 254mila posti di lavoro, secondo quanto riferito dall’Adp National Employment Report. Il dato è stato peggiore dei meno 240mila previsti dagli analisti, ma la perdita è stata tuttavia inferiore rispetto ad agosto, dove erano andati in fumo 277mila posti. Tuttavia l’occupazione, che generalmente segue l’andamento dell’attività economica, probabilmente calerà ancora nei prossimi mesi. Il tasso di disoccupazione negli Usa, attualmente al 9,6%, il livello più alto in 26 anni, secondo le previsioni supererà il 10% entro il 2009. La ripresa si preannuncia dunque difficile.

Indicazioni poco rassicuranti sono giunte anche dal settore manifatturiero, con l’indice Pmi Chicago sceso inaspettatamente in settembre a 46,1 da 50 in agosto. L’indice è insomma tornato sotto la linea dei 50 punti che è la soglia spartiacque fra contrazione e espansione dell’attività economica. Infine, nel secondo trimestre i pignoramenti sono aumentati del 16%.

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