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Stellantis, niente Borsa per Maserati

Salgono ricavi (+12%) e profitti (+37%). Tavares: "È il nostro gruppo l'anti-Tesla"

Stellantis, niente Borsa per Maserati

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Nessun piano di quotazione per Maserati; confermato lo scorporo di Comau, società tornata attrattiva, e valutazione nei prossimi mesi; Fiat Panda, prodotta ora a Pomigliano, vedrà la sua erede (se ne parlerà dopo il 2026) nascere in più impianti. Sono alcune delle novità emerse dalla tavola rotonda online tra Carlos Tavares, ad di Stellantis, e alcuni giornalisti italiani. Scopo dell'incontro: commentare i dati del primo semestre e, almeno da parte nostra, fare un punto sui piani dell'azienda.

Stellantis ha riportato solidi risultati nella prima metà del 2023: ricavi aumentati del 12% sull'analogo periodo del 2022, a 98,4 miliardi, e utile operativo rettificato cresciuto dell'11%, a 14,1 miliardi, con un forte margine del 14,4%. Più della metà dell'utile operativo rettificato è stata generata dalle attività negli Usa. Più 37% su base annua, a 10,9 miliardi, invece, l'utile netto. Battute, così, le stime del mercato. L'elettrificazione dei prodotti ha portato le vendite globali di veicoli a sola batteria e a basse emissioni (ibridi), rispettivamente, a un aumento del 24% (circa 169mila unità) e del 28% (315mila pezzi). Il gruppo, inoltre, è al terzo posto nelle vendite di veicoli elettrici nell'Ue-30 e al secondo negli Usa per quelli a basse emissioni. Stellantis può contare, al momento, su 25 modelli elettrici con altri 23 in arrivo entro il 2024.

Tra le iniziative sul fronte dell'elettrificazione, inaugurata la gigafactory in Francia, è stata annunciata l'intenzione di realizzarne una seconda negli Usa insieme a Samsung Sdi. Investimento importante è quello relativo alla tecnologia delle batterie al litio-zolfo che non utilizza nichel, cobalto o manganese. La Borsa ha premiato il titolo Stellantis: +2,65% (17,23 euro).

«L'Italia - ha ribadito Tavares, confermando quanto riferito di recente al ministro Adolfo Urso - è uno dei tre Paesi d'origine di Stellantis, insieme a Francia e Usa. Ecco perché nei prossimi anni - qui - vogliamo produrre oltre 1 milione di auto e furgoni rispetto a ora. Occorre una soluzione win-win per l'Italia e ci aspettiamo di chiudere entro qualche settimana l'accordo con il governo».

Sempre critico, invece, l'ad di Stellantis con la Commissione Ue: «Per 6 anni ho cercato di spiegare che le loro decisioni avrebbero messo in difficoltà questo settore. Ora il dogmatismo si sta scontrando con il realismo. Non ho più nulla da dire, le energie le concentriamo per fare meglio dei competitor». Chiaro il riferimento ai big cinesi che, ha ricordato Tavares, «sull'elettrico hanno un vantaggio del 25% come costo di produzione totale, per singola vettura. Ora sono qui, e noi dobbiamo combattere: siamo pronti e in buona posizione per economia di scala, impatto ambientale e tecnologie».

E sull'Euro 7, altra invenzione dell'Ue ritenuta dannosa per il settore, Tavares ha detto che «l'Italia fa bene a opporsi». Immancabile il cenno a Tesla: «Oggi noi siamo più redditizi. Tra loro e Stellantis sarà una sfida entusiasmante».

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