La Regione Campania affila le armi contro le banche per due operazioni in derivati risalenti al 2003 e al 2006 da circa 3 miliardi di euro. Secondo fonti vicine all'operazione, sembra che il governatore della Regione, Stefano Caldoro, stia studiando un'accelerazione del dossier e una mossa a sorpresa per tentare una nuova strada per il riconoscimento e il «recupero» di eventuali costi impliciti, al momento al vaglio della Regione.
Il sospetto - sulla scia dei casi delle Regioni Piemonte e Lombardia, dei Comuni di Milano e Firenze, e della Provincia di Pisa - è che ci siano state irregolarità nella costituzione di questi contratti. In particolare, nell'operazione messa in piedi per coprire il disavanzo della Sanità regionale. Così, per valutare attentamente contenuto e forma dei due contratti, l'amministrazione ha lanciato in estate un bando a evidenza pubblica per affidare l'analisi finanziaria e giuridica di questi contratti, e anche per assistere e affiancare la Regione nel confronto con le banche.
L'incarico è stato affidato allo Sudio legale Cedrini, Urbinati e Zamagni che, al momento, sta preparando una perizia (attesa per metà ottobre) per verificare la presenza di eventuali anomalie e mettere a punto un'analisi finanziaria e giuridica dei contratti stipulati quando alla guida della Regione c'era il governatore Antonio Bassolino. «A conti fatti, sembra che la Regione voglia seguire gli altri enti locali, tuttavia - spiega una fonte - la strategia sarà diversa e non passerà per l'annullamento in autotutela adottato da altre amministrazioni senza ottenere, in molti casi, buoni frutti. L'idea, invece, è quella di passare attraverso una causa extra contrattuale in sede civile».
Alla «sbarra» saranno davvero in tanti, considerato che le banche coinvolte sono, oltre a Mps e Bnl,anche Dexia, Merrill Lynch, Ubs, Barclays, Capital, Opi, Deutsche Bank e Jp Morgan. Un'alta percentuale di stranieri, come da tradizione nei casi che riguardano derivati ed enti locali. Anche se, sul fronte italiano, desta più attenzione il caso di Mps, già in una situazione finanziaria delicata.
Le due operazioni nel mirino della Regione riguardano titoli che si sarebbero estinti nel 2023 e 2036.
Tutto questo, mentre corre intanto in parallelo l'indagine penale avviata dalla Procura della Repubblica di Napoli ai primi di marzo.
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