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Svb non sarà un'altra Lehman. Ma ora Wall Street ha paura

Stipendi a rischio nelle aziende hi-tech correntiste E la criptovaluta Usdcoin crolla quasi del 20 per cento

Svb non sarà un'altra Lehman. Ma ora Wall Street ha paura

l giorno decisivo è domani: se Wall Street proseguirà in pesante calo a causa del fallimento di Silicon Valley Bank (Svb), allora il settore hi-tech e quello finanziario a livello globale saranno destinati a restare sotto pressione. Se il mercato volgerà verso una progressiva stabilizzazione, allora si potrà tirare un sospiro di sollievo. Occorre, tuttavia, sottolineare che Svb non aveva le stesse dimensioni di Lehman Brothers e che quindici anni di elevata volatilità delle Borse hanno preparato le banche ad aspettarsi tempi di magra in fasi ravvicinate. D'altronde, la crisi di Svb si origina non solo dal rialzo dei tassi e dal riscatto dei depositi delle start-up che facevano fatica a finanziarsi con i Fed Funds al 4,5%, ma anche da un asset allocation temeraria. Il 55% del portafoglio era costituito da obbligazioni di cui il 47,5% a lunga scadenza, ovvero i titoli maggiormente colpiti dalla stretta. Ieri, comunque, i timori erano tutt'altro che dissipati nonostante l'istituto californiano sia stato posto in liquidazione dalla Fdic, il fondo interbancario Usa. I depositi sono assicurati fino a 250mila dollari ma solo una minoranza dei depositanti (il 7%), trattandosi per lo più di clientela private e corporate, non ha nulla da temere. Ieri Circle Internet Financial, emittente della criptovaluta Usdcoin, ha reso noto di aver depositato presso la Svb 3,3 miliardi di dollari sui 40 miliardi complessivi che le servono per mantenere il valore costante a 1 dollaro, cioè garantirne l'immediata convertibilità. Questo annuncio ne ha fatto crollare la quotazione a 81,5 centesimi. Ma anche società quotate del comparto tecnologico come Roku, Roblox e Quotient hanno comunicato di detenere liquidità presso la Svb e anche questo fatto si ripercuoterà sul Nasdaq. Così come i timori di tante aziende depositanti di non riuscire a pagare gli stipendi per mancanza di liquidità, circostanza che potrebbe determinare nuovi licenziamenti nel settore. Anche in India l'ottimismo non prevale. Silicon Valley Bank ha investito in startup e imprese locali, tra cui marchi noti come Zomato e Flipkart, mentre altre le hanno affidato i loro capitali. In Gran Bretagna la Bank of England ha deciso di chiedere lo stato di insolvenza per Svb Uk, la filiale locale dell'istituto californiano, e, in attesa che la corte si esprima, ne ha bloccato i pagamenti e i depositi. I titolari di conti fino a 85.000 sterline (170.000 sterline per i conti congiunti) saranno rimborsati dal Fscs, il fondo britannico di tutela dei depositi. La banca centrale inglese ha comunque sottolineato che Svb «ha una presenza limitata nel Regno Unito». «Il sistema bancario britannico rimane forte e resistente», ha aggiunto il Tesoro britannico. Poi in serata è arrivata la sparata di Elon Musk: «Sono aperto all'idea di comprarla». Boutade o intenzione seria? Vedremo forse già oggi. Anche se un contagio, dunque, appare improbabile la vicenda apre due questioni. La prima riguarda la validità di un processo di liquidazione ordinaria per il quale i creditori (cioè i depositanti) dovranno attendere la dismissione degli asset di Svb per ottenere soddisfazione.

Il secondo tema, invece, è oggetto di dibattito da tempo: una politica monetaria molto restrittiva (per quanto l'inflazione Usa sia più legata alla dinamica salariale di quella Ue) attuata durante fasi congiunturali incerte può provocare casi come Svb.

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