Swatch lancia l'allarme utili ma non taglia il personale

La società prevede un crollo dei profitti dal 50 al 60% Pesano il mercato domestico, Hong Kong e la Francia

Maddalena Camera

Swatch era il simbolo degli orologi colorati che piacevano ai giovani. Ma ora la società svizzera, complice anche il sostanzioso rialzo del franco, è in crisi e ha lanciato un profit warnig sugli utili trimestrali che saranno resi noti il 21 luglio prossimo. L'azienda, che produce anche Omega e Tissot, prevede un calo dei profitti dal 50 al 60%.

Si tratta di un taglio alle stime degli utili netti ben peggiore di quello che si attendevano gli analisti. Per quanto riguarda le vendite, invece, il calo del primo semestre si dovrebbe attestare intorno al 12%, secondo la comunicazione finanziaria rilasciata ieri dalla compagnia che in Borsa ha perso il 7,7%. Il consensus degli analisti interpellati da Bloomberg era molto più ottimista e prevedeva un calo dei profitti di un «modesto» 22% e del 7% dei ricavi.

La contrazione delle vendite non sarebbe tuttavia l'unica causa delle previsioni in forte ribasso. Il colosso guidato da Nick Hayek, figlio del fondatore il mitico Nicolas che ha rilanciato l'industria dell'orologeria in svizzera, ha infatti precisato che la tradizione e la filosofia industriale dell'azienda che ha una visione a lungo termine fa si che i dipendenti non vengano considerati come un semplice «fattore» di costo. «Per questo si vogliono mantenere invariati gli effettivi, malgrado le numerose ordinazioni annullate». L'azienda ha inoltre anche confermato gli investimenti in nuovi prodotti e nel marketing, e porta anche avanti una politica difensiva di aumento dei prezzi.

Insomma, il contrario della politica di spending review che oggi va per la maggiore. Secondo Exane Bnp Paribas il profit warning non è una completa sorpresa, viste le pressioni legate al rallentamento dell'alto di gamma, in linea con quanto accade, ad esempio, anche al gruppo Richemont. Pesa anche la concorrenza degli smartwatches digitali, una poco efficace allocazione dei capitali e la scarsa disciplina dei costi. Inoltre esiste anche una sovrapproduzione di meccanismi da parte dell'industria elvetica. Sulla débacle di Swatch ha pesato il contesto generale. La pesante contrazione in Francia delle vendite del settore del lusso e della moda dopo gli attacchi terroristici.

La compagnia difende il suo operato, dicendo che la scelta di non toccare i posti di lavoro, di tenere l'acceleratore pigiato sugli investimenti e sulle spese per il marketing non ha aumentato la contrazione dei margini.

Evitati anche i tagli al personale perché nell'orologeria i bravi operai sono merce rara. «Perderli adesso - ha spiegato Hayek - potrebbe significare avere un ritardo e dei problemi di professionalità nel momento in cui il mercato ripartirà».

Eppure Swatch è stata un'azienda altamente innovativa quando raggiunse il picco di vendita dei suoi coloratissimi orologi, ambitissimi proprio come oggi gli iPhone. Del resto, il sistema di vendita è molto simile.

Gli Swatch infatti raggiunsero il picco di popolarità negli Stati Uniti durante la metà degli anni ottanta, quando vennero fondati una serie di «Swatch Stores», cioè dei negozi che vendevano unicamente orologi Swatch. Proprio come accadde tempo dopo per l'iPhone di Apple.

Da notare che l'orologio Swatch ha in comune con l'iPhone anche un'altra caratteristica: il suo lancio nel 1983 creò un gigante del settore dell'orologeria proprio come l'iPhone è diventato il simbolo di quella degli smartphone.

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