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Già smontata la "balla" Irpef: "Taglio cuneo? Niente risorse"

L'Ufficio parlamenta di bilancio ha analizzato a fondo gli effetti del taglio del cuneo fiscale: "Accentua le disparità di trattamento fiscale"

Già smontata la "balla" Irpef: "Taglio cuneo? Niente risorse"

Nel corso di un'audizione in commissione Finanze del Senato l'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) ha affrontato nel dettaglio il decreto sul taglio del cuneo fiscale partorito dal governo giallorosso.

Innanzitutto il nuovo trasferimento monetario e la detrazione connessa andrà a “beneficio anche di famiglie con redditi medio alti senza vincoli di liquidità e con propensioni al consumo relative più basse”. Per questo motivo è necessario attendersi un “ritorno in termini macroeconomici più ridotto rispetto al bonus 80 euro”. Calcolatrice alla mano, nel secondo semestre del 2020 la misura determinerebbe maggiori spese per 6,6 miliardi e minori entrate per 1,6.

Scendendo nel dettaglio, ha proseguito l'Upb “tali oneri vengono finanziati dalle somme già destinate al bonus 80 euro (stimate ufficialmente in circa 5 miliardi per il semestre), dall'utilizzo delle risorse del Fondo per la riduzione del carico fiscale sui lavoratori dipendenti costituito nell'ambito della legge di bilancio per il 2020 (3 miliardi) e dalle minori spese derivanti dal ridotto utilizzo delle somme occorrenti per la trasformazione in crediti di imposta delle attività per imposte anticipate (0,3 miliardi)”.

Gli effetti del taglio del cuneo fiscale

Come se non bastasse, a partire dal 2021 verrebbe meno l'ulteriore detrazione e il trasferimento si applicherebbe all'intero anno. Di conseguenza “il costo della misura sale a 13,3 miliardi ed è finanziato per 9,7 miliardi dalle risorse attualmente destinate al bonus 80 euro e per 3,85 miliardi dall'utilizzo parziale di somme accantonate nel menzionato Fondo".

Dunque sarebbe proprio il mancato rinnovo dal 2021 dell'ulteriore detrazione a generare “effetti distorsivi particolarmente rilevanti determinati da aliquote marginali molto elevate”. Ecco perché, suggerisce l'Upb “al fine di evitare i menzionati effetti distorsivi sarebbe pertanto necessaria l'individuazione di risorse aggiuntive per 1,8 miliardi dal 2021 oltre a quelle derivanti dal completo utilizzo del Fondo per la riduzione del carico fiscale”.

Il presidente dell'Upb, Giuseppe Pisauro, ha aggiunto inoltre che “con il provvedimento per il taglio del cuneo fiscale l'ammontare aggiuntivo massimo è riconosciuto ai redditi tra i 26.600 e 28mila euro ma importi rilevanti sono previsti anche per i redditi tra i 28mila e 35mila euro”. In definitiva per rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale occorrono 16,5 miliardi nel 2021. Tuttavia sono disponibili risorse per appena 14,7 miliardi.

In altre parole, ha concluso Pisauro sempre sul taglio del cuneo,

considerato isolatamente, esso accentua le disparità di trattamento fiscale tra soggetti con fonti di reddito e con caratteristiche familiari diverse e inasprisce l'irregolarità delle aliquote marginali”.

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