Economia

Quella "tassa" occulta sulle vacanze che penalizza il turismo

Altro che governo taglia tasse, l'esecutivo giallorosso ha complicato la vita dei contribuenti italiani. La tassa occulta sulle vacanze è un chiaro esempio

Quella "tassa" occulta sulle vacanze che penalizza il turismo

Il governo giallorosso ha più volte ripetuto di aver abbattuto le imposte. Eppure un buon numero di contribuenti italiani dovrà presto fare i conti con quella che può tranquillamente essere definita tassa occulta sulle vacanze.

Spieghiamo meglio cosa significa. Come sottolinea il quotidiano La Verità, nella recente manovra è stato confermato lo slittamento dei rimborsi fiscali per dipendenti e pensionati.

Il termine massimo per presentare la dichiarazione dei redditi è stato spostato da luglio a settembre, precisamente il 30. Questo fa sì che la restituzione delle imposte versate in più slitti a ottobre per i lavoratori dipendenti, addirittura a novembre per i pensionati.

Cosa succedeva prima? Il suddetto modello 730 per la dichiarazione dei redditi andava presentato entro il 23 luglio, così da poter intascare eventuali rimborsi per le tasse in eccesso attraverso la busta paga di luglio, al massimo con quella di agosto.

Da questo gruzzoletto, inoltre, molti italiani erano soliti attingere qualche spicciolo per concedersi un momento di meritato relax, approfittando della bella stagione offerta dal periodo estivo.

La tassa occulta sulle vacanze è la punta dell'iceberg

Adesso cambia tutto. Lo Stato restituirà quanto deve ma lo farà con tre mesi di ritardo rispetto al 2019 ma soprattutto non prima della pausa estiva. Tradotto: niente più tesoretto da spendere in vacanze per i contribuenti italiani e meno guadagni per gli operatori turistici.

Ma non è finita qui, perché il posticipo della scadenza per il 730 è solo la punta dell'iceberg. Ci sono infatti altre norme che limiteranno ulteriormente i consumi degli italiani. A partire dal primo luglio scatterà la mannaia della tassa sulla plastica, un'imposta che costringerà le aziende a pagare 50 centesimi di euro per ogni chilo di polietilene monouso o di materiale per imballaggi prodotti. La tassa finirà sulle spalle dei consumatori, con una spesa media stimata da Federconsumatori pari a 138 euro a famiglia. Non male per un governo "taglia tasse".

Molto presto ci sarà da fare i conti anche con la sugar tax. Ancora una volta, le aziende dovranno mettere mano al portafoglio, e in questo caso pagare 10 centesimi al litro per le bevande zuccherate già pronte all'uso e 25 centesimi al chilo per i prodotti da diluire. Il risultato è che numerose imprese, come ad esempio la Coca Cola, hanno dichiarato di fermare assunzioni e investimenti nel nostro Paese per un possibile calo delle vendite.

A luglio ci sarà poi la stangata sulle auto aziendali, poi, in ordine sparso, vale la pena citare la cedolare secca solo sulle abitazioni e non più per gli esercizi commerciali, le detrazioni valide solo se realizzate per via digitale, l'evaporazione della flat tax al 15% e il nuovo limite per l'uso del contante.

Tutte misure, quelle elencate, che contribuiscono a complicare la vita dei contribuenti e, in certi casi, ad alleggerire i loro portafogli.

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