Economia

Tassa sui rifiuti, Catania la più costosa d'Italia

Secondo i dati forniti dall'Osservatorio prezzi e tariffe, le famiglie che vivono a Catania pagano di più (504 euro) rispetto alla media dei nuclei familiari nazionali (300 euro)

Tassa sui rifiuti, Catania la più costosa d'Italia

Catania è la città italiana che spende di più per la Tari, la tassa sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti. A fronte di una media nazionale di 300 euro, ogni famiglia della città etnea sborsa 504 euro, con un incremento del 15,9% rispetto al 2018. Potenza, invece, è la più economica con 121 euro ed un decremento del 13,7% rispetto al 2018. È quanto emerge dalla rilevazione effettuata dell'Osservatorio prezzi e tariffe della onlus Cittadinanzattiva presentata oggi a Roma.

Questi dati riguardano il 2019 e prendono come riferimento una famiglia tipo composta da tre persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. Quel che emerge sono le marcate differenze territoriali, con il sud più "costoso" del nord: la regione più economica è il Trentino Alto Adige con 190 euro, la più costosa la Campania con 421 euro ma, in generale i rifiuti costano meno al Nord (in media 258 euro), segue il Centro (299 euro), infine il Sud con il conto più salato (351 euro).

La rilevazione è realizzata nell'ambito del progetto "Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino", finanziato dal ministero dello Sviluppo economico. "In tema di smaltimento dei rifiuti - dichiara Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva - in molte aree del Paese continuano a registrarsi ritardi ed inefficienze" Ma quello che preoccupa, speiga ancora Gaudioso, è che "sono molto marcate le differenze territoriali, non solo in termini di costi del servizio ma anche di qualità".

Per quanto riguarda l'analisi delle tariffe su tutti i 112 i capoluoghi di provincia italiani, sono stati riscontrati aumenti in circa la metà di essi (51 capoluoghi), si sono mantenute stabili in 27 mentre in diminuzione su 34. A Matera si registra l'incremento più elevato (+19,1%), a Trapani la diminuzione più consistente (-16,8%).

Più di due famiglie su tre (precisamente il 68,2%) ritengono di pagare troppo per la raccolta dei rifiuti: la percentuale sale all'83,4% in Sicilia, segue l'Umbria con l'80,2%, la Puglia con il 79,1%, la Campania con il 78,4%. Soltanto il 60% delle amministrazioni comunali o delle aziende che gestiscono il servizio ha elaborato e reso disponibile la Carta dei servizi e soltanto due su tre indicano il tipo di raccolta effettuata, la metà esplicita la frequenza con cui è effettuata.

I cittadini sono ancor più all'oscuro quando si tratta di sapere con quale frequenza vengono igienizzati i cassonetti (lo indica appena il 47% delle Carte), pulite le strade (37%) o svuotati i cestini per strada (25%).

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