In Italia, il gettito derivante dalle principali imposte sul possesso, sulla locazione e sulla compravendita di immobili è stato nel 2014 di 42,1 miliardi di euro contro 42,3 miliardi di euro del 2012. Il leggero aumento del gettito nel 2014 rispetto al 2013 (38,4 miliardi di euro) è dovuto principalmente all’introduzione della Tasi che ha determinato un incremento delle entrate di 4,6 miliardi di euro. È quanto risulta dal Rapporto Immobili Italia 2015 dell’Agenzia delle Entrate. Tra il 2012 e il 2014, spiega l’ Agenzia, si osserva un aumento delle imposte di natura che passano da 6,4 miliardi a 7,2 miliardi di euro. Il gettito Irpef è aumentato anche perché sono stati reintrodotti nella base imponibile i redditi degli immobili non locati ad uso abitativo ubicati nello stesso Comune di residenza, nella misura del 50%. Tra le imposte patrimoniali, l’Imu, di natura ricorrente, nel 2014 ha generato un gettito pari a 19,3 miliardi; mentre la Tasi sui servizi indivisibili ha prodotto un gettito di 4,6 miliardi. Si osserva, pertanto, che il gettito complessivo Imu-Tasi 2014 (23,9 miliardi di euro) rimane pressoché invariato se confrontato con quello del 2012 (23,8 miliardi di euro).
Inoltre, si rileva, tra il 2013 e il 2014, un leggero aumento delle imposte sui trasferimenti che passano da 8,7 miliardi a 8,9 miliardi circa di euro, a seguito della leggera ripresa del mercato immobiliare nel III trimestre 2014 che ha fatto registrare un aumento tendenziale riferito al totale delle compravendite pari a +3,6%. In particolare il settore residenziale, rispetto al III trimestre del 2013, ha guadagnato oltre quattro punti percentuali, grazie soprattutto alle compravendite di abitazioni nelle città capoluogo in aumento del 7%. Sono in costante calo, invece, le entrate derivanti dalla tassazione immobiliare sulle locazioni; il gettito relativo, pari a circa 2,3 miliardi di euro nel 2012, scende a 2,2 miliardi di euro nel 2013 e a 2,1 miliardi di euro nel 2014.
"In Italia vi è un livello di tassazione patrimoniale sugli immobili ormai spropositato, pari ad oltre il 60% dei tributi su questi beni". Lo denuncia Confedilizia ricordando che "ai 25 miliardi di Imu e Tasi, si aggiunge un altro miliardo dall’imposizione sostanzialmente patrimoniale dell’Irpef applicata sulle case che i proprietari non riescono ad affittare situate nella città di residenza (soggette ad altre 5 imposte: Imu, Tasi, Tari, addizionale comunale e regionale Irpef). È urgente intervenire per cambiare direzione".
"Nel 2014, ricorda Confedilizia, "la somma di Imu e Tasi ha prodotto circa 25 miliardi di euro di gettito, come si evince dalla consultazione di tutti i numeri ufficiali: un miliardo in più rispetto all’Imu del 2012 e 16 miliardi in più rispetto all’Ici del 2011. E quanto al confronto internazionale, basti dire che l’Italia ha una tassazione più che doppia sia rispetto alla media dei Paesi europei sia rispetto alla media dei Paesi Ocse. Inoltre, in altri Paesi vengono computate fra i tributi immobiliari anche forme di imposizione molto diverse da quelle italiane, come le (vere) service taxes.
La tassazione patrimoniale è, per definizione, sostanzialmente espropriativa dei beni colpiti. Quando essa raggiunge i livelli di quella attualmente esistente in Italia sugli immobili, l’effetto di impoverimento sui cittadini interessati è macroscopico".
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